lunedì 11 maggio 2009

Colpo ai clan di Brancaccio e Porta Nuova


Colpo ai clan di Brancaccio e Porta Nuova

PALERMO - La polizia ha eseguito arresti nell'ambito di un'inchiesta che ha portato alla luce gli autori di numerose estorsioni a commercianti e imprenditori della città.

I provvedimenti eseguiti sono 37, fra cui alcuni fermi di polizia giudiziaria e ordinanze di custodia cautelare, alcune notificate in carcere a indagati già detenuti. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e dai sostituti Maurizio De Lucia, Marzia Sabella e Roberta Buzzolani, ha individuato gli attuali vertici operativi dei mandamenti mafiosi di Brancaccio e Porta Nuova ed i loro più attivi fiancheggiatori.

Imprenditori e commercianti, vittime delle estorsioni, sono stati già interrogati e alcuni di loro hanno fornito ampia collaborazione alle indagini, confermando di aver subito le estorsioni.

L'inchiesta si basa anche su intercettazioni e dichiarazioni di nuovi collaboratori di giustizia, ma anche sulle risultanze investigative provenienti dall'analisi di 'pizzini' trovati in passato ai latitanti arrestati. L'operazione, che coinvolge 250 agenti, è stata denominata 'Cerbero'.

Gran parte delle persone arrestate nell'operazione di stamani della polizia erano già state in passato fermate ed avevano scontato la pena alla quale erano state condannate. Emerge dall'indagine che Antonino Sacco dopo che è tornato in libertà, si sarebbe scontrato a Brancaccio con Cosimo Lo Nigro (arrestato poco tempo fa) per tornare a gestire il territorio.

Altri esempi di arrestati che avevano lasciato il carcere da poco tempo dopo aver scontato la pena, sono cinque di Borgo Vecchio che fa capo al mandamento di Porta Nuova. L'inchiesta, coordinata dalla procura distrettuale antimafia, fa dunque emergere come le famiglie mafiose controllerebbero il territorio di Palermo sfruttando mafiosi che dopo aver lasciato il carcere, per fine pena, tornano nuovamente tra le fila delle cosche, in particolar modo a imporre il pagamento del pizzo a imprenditori e commercianti. Le condanne già scontate dagli indagati sono di pochi anni, ottenute grazie anche ai riti alternativi ai quali possono accedere.

LA SODDISFAZIONE DEL QUESTORE DI PALERMO. "Per sconfiggere completamente la mafia è importante l'azione repressiva, ma occorre soprattutto una rivoluzione culturale che deve definitivamente esplodere con l'aiuto fondamentale dei siciliani" ha detto il questore di Palermo, Alessandro Marangoni.

"La forza di uno stato democratico - ha proseguito Marangoni nel giorno in cui a Palermo si celebrerà il 157° Anniversario della Fondazione della polizia - si basa sul reale coinvolgimento dei suoi cittadini e siamo certi che la primavera di Palermo diventerà una splendida estate".

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