martedì 5 maggio 2009

Mafia, sequestrati beni di Cosa nostra per 300 milioni di euro



La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per oltre 300 milioni di euro ai vertici di Cosa Nostra nel Palermitano.

E' quanto si legge in un comunicato diffuso dalle Fiamme Gialle del capoluogo siciliano.

"I finanzieri del Comando provinciale di Palermo, in esecuzione di diversi provvedimenti ... del Tribunale di Palermo, hanno sequestrato beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro (ad) esponenti di spicco e fiancheggiatori di 'Cosa Nostra' operanti sul territorio di Carini e Villagrazia di Carini", dice la nota.

La Guardia di Finanza precisa che i provvedimenti riguardano alcuni tra i più noti esponenti della famiglia mafiosa di Carini, "tra i quali spiccano i fratelli Pipitone, compresi alcuni loro fiancheggiatori, tutti accusati di operare in stretto contatto con l'ex latitante Salvatore Lo Piccolo, boss del mandamento di San Lorenzo che, storicamente, ha sempre avuto una forte influenza sul territorio di Carini".

Nelle indagini che hanno condotto all'operazione denominata "Scanner", "è stato acclarato che i beni sottoposti a sequestro costituiscono il frutto dell'attività - imprenditoriale e non - svolta ... utilizzando risorse illecite dello stesso sodalizio mafioso".

E' stata inoltre scoperta una fitta rete di intestazioni fittizie di beni, che ha consentito di risalire agli effettivi titolari, "risultati legati strettamente al noto boss Salvatore Lo Piccolo".

'Ndrangheta, scoperto arsenale armi da guerra, un arresto

Un vero e proprio arsenale della 'ndrangheta è stato scoperto stamattina nella Piana di Gioia Tauro. Lo riferisce la Squadra mobile di Reggio Calabria, precisando che è stato arrestato un incensurato. Continua a leggere questa notizia

L'arsenale, che comprendeva kalashnikov e fucili a pompa, si trovava a Cinquefrondi, nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria

E' stato arrestato l'uomo che lo nascondeva, un incensurato.

Il capo della Mobile di Reggio, Senato Cortese, che nel 2006 arrestò il boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano, ha detto a Reuters che il fatto che l'arrestato sia un incensurato "dimostra come la 'ndrangheta scelga persone insospettabili per nascondere le armi".


Mafia: Nuova Faida Nel Messinese, Scattano 5 Fermi

Messina, 5 mag. - Scattano cinque fermi per cercare di neutralizzare la nuova guerra di mafia a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. I provvedimenti sono della Dda e sono stati eseguiti dai carabinieri anche nelle province di Asti e Belluno. Le indagini sono coordinate dal Procuratore Guido Lo Forte e dal sostituto Giuseppe Verzera che hanno ricevuto le informative del Comando provinciale dell'Arma sugli omicidi di Carmelo De Pasquale, ucciso il 15 gennaio a Barcellona nella sua Fiat Uno con due colpi di lupara, e di Carmelo Mazza, assassinato il 27 marzo ad Olivarella a bordo della sua Smart con sette colpi di calibro 38 e quattro di fucile calibro 12 a canne mozze. I delitti scaturiti tra gruppi criminosi contrapposti all'interno di Cosa Nostra barcellonese per fissare nuovi equilibri nell'area e acquisire un ruolo egemone sulla fascia tirrenica messinese. In particolare, secondo gli investigatori dell'Arma alcuni dei fermati, "sottovalutando le progettualita' ostili di un altro gruppo mafioso, erano subentrati a Carmelo Mazza, avviando attivita' estorsive ai danni di una ditta ed esercitando violenza privata nei confronti di un prelato".

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