martedì 9 giugno 2009

CAMORRA: COLPI DI KALASHNIKOV, DUPLICE OMICIDIO A CASALNUOVO c'è un innocente




CAMORRA: COLPI DI KALASHNIKOV, DUPLICE OMICIDIO A CASALNUOVO

NAPOLI - I sicari sono arrivati a piedi e hanno sparato con un kalashnikov, ammazzando Pasquale Iorio Raccioppoli e il cognato Crescenzo Raccioppoli, pluri-pregiudicati, fra i tavolini di un bar di Casalnuovo, nel Napoletano. I carabinieri - sul fatto procedono i militari del nucleo operativo di Castello Cisterna, coordinati da Antonio Iannece - stanno indagando a tutto campo, per stabilire come si possa inquadrare il duplice omicidio in una zona che ultimamente non aveva visto scontri fra gruppi della criminalita' organizzata. Pasquale, detto 'Pasqualuccio o' curto', 55 anni, aveva 20 anni di carcere alle spalle, per diversi reati, fra cui omicidio e associazione a delinquere.

Aveva paura, perche' circolava con un'auto blindata e seguito da una scorta armata. Ex affiliato al clan Egizio, era diventato imprenditore edile. Gli inquirenti stanno vagliando anche la sua parentela con Domenico Pelliccia, l'imprenditore che costrui' la cittadella totalmente abusiva - venuta fuori all'improvviso nel 2007, e poi in parte demolita - che provoco' uno scandalo nazionale.

Si indaga dunque anche su questa pista; gli inquirenti pero', per adesso, preferiscono non sbilanciarsi. Crescenzo Raccioppoli, 52 anni, era a sua volta un pluri-pregiudicato, e aveva una fabbrica di lavorazione della plastica. I due erano arrivati alla pasticceria bar 'Mose', in via Nazionale delle Puglie, una zona molto trafficata della citta', a bordo di una jeep, parcheggiata a pochi metri. Sono stati freddati da numerosi colpi di kalashnikov, da qualcuno che si e' avvicinato invece a piedi. I loro corpi sono rimasti a terra, fra gli ombrelloni, le sedie e i tavolini. Sul posto sono accorsi numerosi familiari e amici agitatissimi, che hanno indotto le forze dell'ordine a intervenire, identificando alcuni di loro in caserma.


Raid di Casalnuovo, c'è un innocente
di Irene De Arcangelis



Crescenzo Raccioppoli ucciso perché usato come scudo umano dal cugino Gomito a gomito, seduti al tavolino del bar di Casalnuovo. Cugini, stesso cognome o quasi. Uno dei due ha grosse storie criminali alle spalle, l'altro il nulla. È pulito. Muore allo stesso modo del parente, sotto i colpi di un kalashnikov. Ma non doveva morire, non era un bersaglio dei killer, ora ne sono certi gli investigatori. Stesso cognome o quasi, parentela più o meno stretta, Crescenzo Raccioppoli è stato ammazzato perché suo cugino Pasquale Iorio Raccioppoli lo ha improvvisamente tirato a sé mentre il sicario imbracciava il fucile. Questione di secondi che si contano sulle dita di una mano. L'innocente Crescenzo avrebbe potuto salvarsi buttandosi a terra dalla sedia dalla parte opposta a quella dove era seduto il cugino. Non ha potuto. È stato afferrato per il braccio e strattonato per coprire il bersaglio dell'agguato. Inutilmente. Sono morti entrambi.

Si aggiungono i dettagli, nell'inchiesta dei carabinieri - coordinata dal pm Vincenzo D'Onofrio dell'Antimafia - sul duplice omicidio avvenuto lunedì davanti al bar Mosé di via Nazionale delle Puglie a Casalnuovo. C'è molto su cui lavorare sia sulla ricostruzione dei fatti sia sul possibile movente. A cominciare dall'agguato ripreso dalla telecamera a circuito chiuso del bar che ha ripreso l'arrivo delle due vittime, quindi quello dei sicari e il delitto. Strano. Perché c'è un cartello fuori al bar: «Locale sottoposto a videosorveglianza», che evidentemente i killer non hanno visto o non hanno capito.

Cappellini con visiera e occhiali a nascondere i volti, le loro immagini forniscono comunque una serie di particolari su cui lavorare, mentre è evidente lo strattone con cui Pasquale Iorio Raccioppoli - ex affiliato al clan Egizio e vent'anni di carcere scontati per associazione camorristica e omicidio - con quel gesto condanna a morte il parente, titolare di una piccola impresa che produce materiale plastico e la cui immagine è stata subito ripristinata dai familiari tramite il loro avvocato. «Crescenzo Raccioppoli - spiega il legale Paolo Iasevoli - non è mai stato inquisito o indagato, non ha mai riportato condanne penali, non ha mai avuto frequentazioni con ambienti malavitosi o di criminalità organizzata».

Dunque una morte innocente in un agguato a colpi di kalashnikov. Che (a ventiquattro ore di distanza gli inquirenti hanno oramai pochi dubbi) riconduce alla vicenda dei palazzi abusivi di Casalnuovo e all'imprenditore Domenico Pelliccia, il costruttore di ben 77 edifici per 450 appartamenti tutti fuorilegge e ancora sotto processo per quei mega abusi. Pelliccia (che fino a qualche giorno fa viveva ancora nella sua villa, pure abusiva, ed è stato poi sfrattato), sospettano gli inquirenti, ha potuto due anni fa costruire interi quartieri di cemento abusivo grazie ai soldi della camorra e al tramite di Pasquale Iorio Raccioppoli, suo cognato. Ma quando la scure del sequestro e dell'abbattimento ha raso al suolo i palazzi, Pelliccia e Raccioppoli si sarebbero ritrovati con un grosso debito con la criminalità organizzata. Per questo Pelliccia venne sequestrato, minacciato e picchiato davanti al figlio piccolo. I suoi sequestratori, poi arrestati, sono in attesa di processo.

Prima udienza tra dieci giorni, Pelliccia in questo caso parte lesa, mentre il 19 giugno c'è un'altra udienza del procedimento sugli abusi edilizi. Una catena di coincidenze che potrebbero far pensare a un collegamento con l'omicidio di Pasquale Iorio Raccioppoli, cognato del costruttore fuorilegge.(10 giugno 2009)Torna indietro

4 commenti:

  1. NAPOLI E UN GUAIO
    MA E SEMPRE NEL CUORE DELLA GENTE
    CI SONO OMICIDI SPARATORIE
    MA NAPOLI E NAPOLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

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  2. Crescenzo Raccioppoli non centrava nulla, anche se era il cognato. Contrariamente a quanto riportato nell'articolo, NON ERA UN PLURI-PREGIUDICATO, ma INCENSURATO; gestiva da anni insieme ai familiari una fabbrica di tarsformazione materie plastiche, e si trovava lì per caso a prndere il caffè, visto che la fabbrica è posta nelle vicinanze del BAR. Per cui, sarbebbe NECESSARIA ed URGENTE una SMENTITA, visto che oramai tutti (o quasi...) i mezzi di informazione hanno sposato la tesi sopra enunciata. La prossima volta, raccogliete meglio le notizie; così, ROVINATE la gente perbene.

    Grazie; AD MAIORA.

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  3. L'articolo in questione è stato integralmente estrapolato da "IL MATTINO" di Napoli.

    Mi scuso con la famiglia Raccioppoli,non è mio carattere macchiare la MEMORIA di gente perbene.

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  4. crescenzo raccioppoli non era il cognato ma un cugino ed era una persona bellissima onesta ,disponibile per tutti è stato un destino infame lui non meritava di morire cosi ,aveva una vita avanti ma delle persone senza cuore l'hanno ammazzato per senza niente .per chi lo conosce non c'è bisogno di dire che lui con il cugino non c'entrava niente per chi purtroppo non l'ha conosciuto dico e scrivo che lui era pulito dentro e fuori

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