sabato 10 ottobre 2009

Mai così duri contro la mafia


Mai così duri contro la mafia

Rapporto: il ministro Maroni elenca i successi contro la criminalità: "Sottratti più di 5 miliardi di euro, arrestati 3.479 delinquenti e 270 latitanti".

Più di novemila i beni che, da quando si è insediato il governo Berlusconi, sono stati sequestrati alla criminalità organizzata. Più di duemila quelli confiscati. Ma il dato che sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto alla mafia è quello relativo agli arresti: 3.479 con un aumento del 26%. Quasi tremilacinquecento (il 26% in più rispetto ai 17 mesi precedenti) ai quali si aggiungono i 270 latitanti per i quali l'incremento è del 91%. La strada da compiere è sicuramente ancora lunga, ma, se questi sono i presupposti, allora il giro di vite che il governo sta mettendo in atto contro la criminalità organizzata riserverà sorprese. Tant'è, eppure non basta. C'è ancora chi pensa che il presidente del Consiglio sia un colluso. Il primo a cavalcare quest'onda è il leader dell'Idv, Antonio di Pietro, che anche ieri, appresa la notizia del mancato scioglimento del comune di Fondi ha sentenziato: «È un atto gravissimo che conferma la collusione fra politica e mafia».

Non è l'unico. A fargli compagnia c'è Michele Santoro che ha improntato l'ultima puntata di Annozero sul rapporto tra mafia e potere. Puntata che il viceministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha definito essere stata condotta per dimostrare che Berlusconi è legato alla mafia. Ultimi e non meno duri gli attacchi della stampa. Uno per tutti quello dell'Espresso nel numero della scorsa settimana con un articolo intitolato "Lo scudo è connivente" nel quale si sostiene che lo Stato, approvando lo scudo fiscale, ha permesso alla mafia di riportare in Italia i suoi. La risposta non si fa attendere. Il ministro dell'Interno porta in conferenza stampa tutta una serie di dati che dimostra il contrario. Numeri correlati di percentuali che evidenziano come la lotta alla mafia stia dando i migliori risultati mai raggiunti dai governi precedenti. E da questo parte l'avvertimento di Maroni: «Vogliamo porre fine al cancro della mafia. Non vogliamo vincere qualche battaglia, ma la guerra».

E se si parla di guerre da vincere non poteva astenersi dallo scendere in campo anche il presidente del Consiglio che, affiancando il ministro alla conferenza, prima, ironicamente scherza («A me, come mafioso, non mi avete ancora preso...») e poi commenta: «Oggi durante il Cdm abbiamo fatto il punto su una cosa che ci sta molto a cuore. Un fatto che ci rende fiduciosi nel poter continuare e arrivare a cancellare le organizzazioni criminali dal nostro Paese. Il ministro Maroni sa che passerà alla storia per questo e quindi è molto impegnato al riguardo». E l'impegno si vede.


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«Ogni giorno sono stati arrestati mediamente 8 mafiosi - torna a elencare Maroni -. I risultati di contrasto nella lotta alla mafia sono eccezionali. Non c'è governo che nei primi 15 mesi abbia adottato tante misure contro la mafia e così efficaci. Abbiamo sciolto 12 Consigli comunali, contro gli otto dello stesso periodo del Governo precedente.Da questa azione deriva la forte irritazione che abbiamo registrato in ambienti mafiosi, con segnali di "interesse" nei confronti del governo Berlusconi». Così, dopo aver fatto l'elenco delle leggi varate in materia dal Parlamento, Maroni torna a raccontare i successi del Governo spiegando che «nel "Fondo unico di giustizia" dove arriva il denaro sequestrato alla mafia sono confluiti 676,7 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i 5 miliardi e 372 milioni di beni sottratti alle cosche mafiose. Un ammontare superiore del 52% ai 17 mesi precedenti».

Soldi che Maroni penserebbe già ad investire in ulteriori campagne contro la mafia stessa. Prima che la confererenza finisse il ministro ha voluto riportare alcune informazioni anche riguardo all'immigrazione clandestina. «Il dato parte dal 5 maggio dopo la sigla dell'accordo con la Libia sui respingimenti. C'è stata una diminuzione degli sbarchi di oltre il 90%, un successo della diplomazia e dei rapporti fra le forze di polizia». E subito dopo annuncia: «A Venezia ci sarà un incontro fra i ministri dell'Interno delle sponde del Mediterraneo per fare il punto sull'immigrazione clandestina. La lotta è conforme alle norme internazionali tanto che ieri la commissione Ue ha chiuso la procedura d'infrazione per il presunto contrasto delle nostre leggi con le norme internazionali».

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