martedì 10 novembre 2009

Mafia, scoperto il tesoro dei Madonia


Mafia, scoperto il tesoro dei Madonia

PALERMO - I carabinieri del Reparto operativo speciale sequestrando 35 immobili hanno scoperto una cospicua parte del tesoro di una delle più potenti famiglie mafiose di Palermo: il clan Madonia. Sono stati sequestrati appartamenti, terreni, esercizi commerciali a Palermo, Cinisi, e Isola delle Femmine. In particolare, è stato posto sotto sequestro il bar Sofia di fronte all'ospedale Villa Sofia di Palermo.

I Madonia ne avrebbero affidato la gestione a Massimiliano Lo Verde. Secondo l'accusa il patrimonio illecito, occultato attraverso una fitta rete di prestanome, era originariamente riconducibile a Francesco Madonia, morto in carcere nel 2007 e a Francesco Di Trapani, morto nel 1992, rispettivamente capo e reggente del mandamento di Resuttana.

Secondo l'accusa Antonino Madonia, nonostante fosse detenuto al 41 bis avrebbe impartito ordini a Maria Angela Di Trapani, moglie di suo fratello Salvatore, su come investire i soldi del clan.

"L'operazione colpisce una delle famiglie che hanno fatto la storia di Cosa nostra - spiega il procuratore aggiunto Roberto Scarpinato - Una famiglia che ha dimostrato di avere una grande capacità finanziaria. Siamo convinti, e su questo le indagini proseguono, che i beni sequestrati oggi siano solo una parte del patrimonio dei Madonia".

In una conferenza stampa Scarpinato ha criticato alcuni provvedimenti sullo scudo fiscale, attraverso il quale il governo proverà a far rientrare i capitali detenuti all'estero. Secondo il magistrato, infatti, i boss spaccerebbero i capitali mafiosi per evasione tributaria. "Non entro nel merito del provvedimento - conclude - ma si poteva strutturare meglio in modo che accanto alla necessità per lo Stato di fare cassa venisse garantita la lotta al riciclaggio dei capitali sporchi".

Sequestro di beni per 15 mln di euro


PALERMO - I carabinieri del R.O.S. hanno eseguito il sequestro di beni costituiti da immobili, terreni ed esercizi commerciali a Palermo per un valore di circa 15 milioni di euro.

Il provvedimento, scaturito dall'indagine Rebus che nei mesi scorsi aveva già portato all'emissione di misure restrittive nei confronti di 10 indagati, costituisce la prosecuzione dell'azione investigativa su Cosa Nostra palermitana.

Il patrimonio illecito, occultato attraverso una fitta rete di prestanome - dicono i militari - era originariamente riconducibile ai defunti Francesco Madonia (deceduto in carcere nel 2007) e Francesco Di Trapani (morto nel 1992), rispettivamente capo e reggente del mandamento mafioso di Resuttana.

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