venerdì 22 gennaio 2010

La sfida della 'ndrangheta allo Stato


La sfida della 'ndrangheta allo Stato
Esplosivo sulla strada di Napolitano


L'auto trovata vicino all'aeroporto.
Le cosche alzano il tiro nel giorno
della visita del Capo dello Stato a
Reggio Calabria: «Intimidazione»

REGGIO CALABRIA


Un’auto con esplosivo e armi a bordo, come pronta per un’estorsione, fatta ritrovare nei pressi dell’aeroporto di Reggio Calabria il giorno della visita del presidente della Repubblica. Una casualità troppo particolare per gli investigatori dell’Antimafia, secondo i quali non c’è dubbio che si tratti di un «segnale allo Stato», anche se non certo diretto alla persona di Giorgio Napolitano. Ma altre fonti investigative escludono espressamente l’ipotesi del «messaggio» della ’ndrangheta.

Fatto sta che la visita di Napolitano in Calabria si è tinta di giallo con un allarme che non è certo stato sottovalutato. Anzi, dal fronte politico sono venuti attestati di solidarietà al presidente, sia da parte del governo, con il ministro Rotondi, sia dalle opposizioni con l’Udc Rocco Buttiglione e il Pd Vannino Chiti. E c’è che come il senatore Franco Bruno, coordinatore regionale di Alleanza per l’Italia, collega la «concomitanza dell’accaduto con la visita del presidente Napolitano, la precedente bomba al Tribunale di Reggio e gli stessi fatti di Rosarno». La vettura, una Fiat Marea rubata a Reggio Calabria, è stata trovata da una pattuglia dei carabinieri ad alcune centinaia di metri dall’aeroporto. Era regolarmente parcheggiata, ma non chiusa e con un finestrino semi aperto. All’interno due fucili semiautomatici da caccia calibro 12, con le canne tagliate. Sotto il sedile del guidatore c’erano due pistole, una calibro 7.65 ed una 38 a tamburo, e due ordigni rudimentali, uno composto da un tubo di una trentina di centimetri e largo 12 ed un altro di 15 centimetri per 12, collegati con una miccia a lenta combustione, e tre passamontagna di colore verde. Nel bagagliaio, inoltre, è stata trovata una tanica da due litri con liquido infiammabile con attaccati fiammiferi antivento.

Secondo fonti dell’antimafia, non è da escludere che la macchina con esplosivo e armi «fatta trovare su segnalazione di una fonte confidenziale proprio stamattina, quando Reggio Calabria era presidiata dagli uomini delle forze dell’ordine per la visita del presidente Napolitano, sia un segnale di minaccia e intimidazione nei confronti dello Stato. Forse in un primo momento - aggiungono le stesse fonti - si è voluto minimizzare questo ’ritrovamentò per non ammettere che nel sistema di sicurezza qualche "smagliatura" c’è stata». Tesi che si pone in netta antitesi con quella sostenuta dalla Dda di Reggio Calabria. Secondo il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, uno dei magistrati più esperti nella lotta contro la ’ndrangheta, «il ritrovamento dell’automobile non è assolutamente un segnale lanciato alle istituzioni. Se qualcuno avesse voluto attuare un’azione in tal senso, l’automobile sarebbe stata lasciata davanti ad un ufficio pubblico o giudiziario. In realtà quelli nell’auto erano soltanto "attrezzi" per attuare un’intimidazione collegata, presumibilmente, ad un tentativo di estorsione. Nulla di più».

I carabinieri, che hanno avviato le indagini, riferiscono che l’esplosivo sarebbe potuto servire per un attentato di matrice estorsiva da compiere contro un imprenditore ed un commerciante. Il materiale ritrovato passerà adesso al vaglio degli specialisti del Ris per verificare, in particolare, se sia possibile estrarre tracce di dna dai passamontagna. I militari, che hanno sottolineato come il punto in cui era parcheggiata l’auto non si trova lungo il percorso seguito dal Presidente della Repubblica, stanno attentamente esaminando la situazione per decifrare il "messaggio" che si cela dietro il ritrovamento dell’auto con l’esplosivo. L’episodio, tra l’altro, s’inserisce nella situazione di tensione determinatasi a Reggio Calabria dopo l’attentato del 3 gennaio contro la Procura generale e per questo viene valutato con estrema attenzione. A Reggio Calabria, dunque, la situazione si mantiene tesa. Una condizione di cui si fa interprete anche il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, secondo il quale «il ritrovamento dell’auto con esplosivo conferma la situazione di difficoltà che si sta vivendo in città. I carabinieri hanno avviato le indagini ed a breve contiamo di ottenere maggiori elementi di valutazione per capirne di più».

Nessun commento:

Posta un commento