mercoledì 20 gennaio 2010

Napoli, l'indagine sulle spie della Dia Scomparsi centinaia di fascicoli


Napoli, l'indagine sulle spie della Dia
Scomparsi centinaia di fascicoli


NAPOLI (20 gennaio) -.Aveva un sistema di catalogazione molto preciso, nulla affidato al caso, tutto ingabbiato in protocolli a prova di manomissioni. Numeri e codici secondo logiche ordinate, fotografia di una casa archivio teatro due giorni fa di un nuovo sopralluogo. È la casa di Giuseppe Savarese, poliziotto laureando in psicologia, sostituto commissario in forza alla Dia, tecnico di provata esperienza, grande accusato nell’inchiesta sulla presunta centrale di spionaggio clandestino, sull’asse Napoli-Roma. Dopo l’ultimo blitz, va avanti lo spulcio di pratiche e documenti, mentre è stata affidata una maxiperizia a un consulente tecnico d’ufficio per svelare eventuali segreti dai computer sequestrati. Ne sono tredici, possono contenere - tra steccati creati ad hoc da gente esperta in campo informatico - la chiave di volta di un’inchiesta che ipotizza l’esistenza di una gang finalizzata a manomissioni, violazioni, intrusioni nella vita degli altri. Ma cosa viene fuori dall’ultimo blitz in casa Savarese?

Dall’analisi del «cartaceo», emergerebbe che mancano alcune pratiche: seguendo la numerazione, sembra che qualcosa è sparito nel corso degli ultimi mesi, a partire dall’arresto del sostituto commissario. Accertamenti in corso, indaga la Dda dell’aggiunto Rosario Cantelmo, con i pm Enzo D’Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli. Inchiesta in corso, a partire da un paio di premesse che vale la pena ribadire sempre: il sostituto commissario Giuseppe Savarese e gli altri colleghi indagati (ce ne sono altri due alla Dia di Napoli, uno in Procura, due a Roma, senza contare un disoccupato amico di Savarese) vanno considerati innocenti fino a prova contraria. Il caso non è chiuso, tutte le persone coinvolte potranno replicare alle accuse nel corso del procedimento.

Vicenda complessa, che vede il capo della Dia Maurizio Vallone agire in piena sintonia con la Procura per isolare eventuali illegalità. Il resto riguarda le ipotesi al vaglio degli inquirenti. L’ultima si basa sulla presunta scomparsa di pratiche, di fascicoli cartacei nel lungo elenco di documenti riscontrato in casa Savarese: chi ha fatto sparire quelle carte? E cosa contenevano? Domande che rimandano a un altro tassello della «spy story» napoletana: quando Savarese venne interrogato per la prima volta in Procura, qualcuno entrò nel suo appartamento, rovistò negli atti e si mise al computer.

Probabile - è questa l’ipotesi degli inquirenti - che qualcuno abbia coperto le spalle all’agente, facendo sparire carte ritenute scottanti, annullando file e tracciati telematici, chiudendo gli sbocchi a un’inchiesta che stava decollando dopo mesi di gestazione. Un’ipotesi, nulla più. Al momento suffragata da una perizia di un tecnico che ha accertato la presenza di qualcuno al computer di Savarese proprio mentre il sostituto commissario era in Procura, al cospetto dei pm. Nessuno si sbilancia, ma c’è un sospetto: quello di un possibile legame tra il gruppo Savarese e le falle che hanno scandito la storia giudiziaria recente.

Qualche esempio: il suicidio di Nugnes, l’assessore «informato» dell’esistenza di una inchiesta sul suo conto da un impiegato comunale, a sua volta proprietario di una casa data in fitto a Savarese; e le grandi fughe di notizie che hanno colpito le indagini sugli appalti del sistema sicurezza napoletano. Vicende per cui non è stato trovato alcun riferimento nelle indagini a carico di Savarese e dei suoi presunti complici. Nulla di concreto, dunque, solo qualche sospetto: qualcuno ha portato via, in extremis, atti dalla casa della presunta talpa Dia?

2 commenti:

  1. il savarese è soltanto vittima di questo sistema corrotto e pieno di falle...lui è innocente

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  2. Anch'io sono convinto dell'innoccenza di Savarese! Aspettiamo fiduciosi l'esito dell'indagine.

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