mercoledì 13 gennaio 2010

Rosarno, Maroni al Senato: 'Lo Stato in Calabria c'è e non darà tregua alla 'ndrangheta'


Rosarno, Maroni al Senato: 'Lo Stato in Calabria c'è e non darà tregua alla 'ndrangheta'

Informativa del ministro dell'Interno sui disordini tra extracomunitari e residenti nella cittadina calabrese, dopo il colpo inferto oggi al clan Bellocco. Illustrato il piano d'azione del Viminale: monitorare l'applicazione della Bossi Fini, combattere il lavoro nero e ogni forma di criminalità


Le 17 ordinanze di custodia cautelare eseguite questa mattina a Rosarno contro il clan Bellocco e il sequestro di beni per decine di milioni «sono la prova che lo Stato in Calabria c'è, continuerà ad esserci e non darà tregua alla 'ndrangheta». Lo ha affermato il ministro dell'Interno Roberto Maroni oggi al Senato aprendo l'informativa sui fatti di Rosarno, durante la quale ha illustrato il piano d'azione per contrastare «l'immigrazione clandestina, il lavoro nero e ogni forma di criminalità».

Ricostruendo la dinamica dell'accaduto, il ministro dell'Interno ha voluto per prima cosa sottolineare la tempestività dell'intervento delle Forze dell'ordine, che ha consentito di arginare la situazione. Questa prontezza ha permesso allo stesso ministro di improntare immediatamente una linea d'azione, costituendo una task force con il compito di trovare soluzioni per fronteggiare l'emergenza e, soprattutto, affrontare nel medio-lungo periodo lo stato diffuso di degrado sociale che ha rischiato di trasformarsi in un problema di sicurezza pubblica.

Oltre a fornire informazioni e dati, Maroni ha analizzato le cause della tensione tra immigrati e abitanti del posto sfociata negli scontri. I fatti di Rosarno, secondo il ministro «rendono evidenti le conseguenze negative che derivano dall'immigrazione clandestina, presupposto dello sfruttamento e serbatoio di manodopera per la criminalità organizzata».

È proprio su questo fronte, ha ribadito Maroni, che si sta concentrando l'azione di Governo, sia sul piano operativo (42.595 i rimpatri effettuati negli ultimi 2 anni) che, soprattutto, della prevenzione. L'attuazione degli accordi con la Libia, principale Paese di transito dei flussi migratori dall'Africa sub-sahariana, ha consentito di ridurre gli sbarchi del 90% rispetto al 2008, e di svuotare i centri di accoglienza come quello di Lampedusa, che ha raggiunto in passato picchi di 2.000 ospiti.

Per combattere gli intrecci tra criminalità e immigrazione illegale non servono nuove leggi, è la convinzione del ministro, ma bisogna piuttosto applicare la Bossi-Fini, che lega l'ingresso dei citadini stranieri in Italia al possesso di un contratto di lavoro stabilendo un principio ripreso dalle più evolute legislazioni europee, da ultimo da quella spagnola.

La maggior parte degli immigrati coinvolti nelle manifestazioni di Rosarno, infatti, ha ricordato Maroni, è in possesso di un regolare permesso di soggiorno, ma non di un'altrettanto regolare posizione lavorativa. È dunque fondamentale, ha detto il ministro al Senato, portare avanti contemporaneamente «una capillare attività di contrasto ai fenomeni dell'illegalità e dello sfruttamento del lavoro nero nel settore agricolo», con l'intensificazione dei controlli ispettivi.

L'azione della Task force: coinvolto per la prima volta l'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti
La Task force costituita l'8 gennaio scorso dal ministro Maroni ha disposto il giorno stesso dell'insediamento presso la prefettura di Reggio Calabria il trasferimento di un primo gruppo di extracomunitari presso il Centro di accoglienza di Crotone, e ha chiesto, prima iniziativa di questo tipo mai adottata, all'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti l'invio di un'equipe medica per esaminare la situazione igienico-sanitaria delle strutture dove vivevano gli immigrati. Il gruppo operativo ha inoltre incontrato le principali organizzazioni umanitarie per organizzare il più rapidamente possibile il trasferimento degli immmigrati, a tutela della loro sicurezza.

Gli extracomunitari coinvolti, tra loro nessun egiziano: trasferite con il loro consenso 748 persone verso i centri di Bari e Crotone.
Sono 748 in totale i cittadini stranieri trasferiti volontariamente verso i centri di accoglienza di Bari (320) e Crotone (428). Circa 330 stranieri con regolare permesso di soggiorno si sono allontanati con mezzi propri o con i treni verso altre destinazioni.

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