mercoledì 17 febbraio 2010

ITALIA che frana, MAIERATO NON C'È PIÙ


ITALIA che frana,
MAIERATO NON C'È PIÙ

di Claudio Fabretti


L’inverno più lungo. Almeno rispetto al recente passato. Di stagioni così rigide, infatti, se ne vedono una ogni 20-25 anni. Con freddo e piogge persistenti, almeno fino a marzo, al punto da arrivare a insinuarsi fin sotto la primavera. Per tutto il mese, si susseguiranno le perturbazioni e, anche se le temperature gradualmente saliranno, non mancheranno ancora «episodi freddi con perturbazioni frequenti».
L’analisi è firmata dal climatologo Giampiero Maracchi, già direttore dell’Istituto di biometeorologia Ibimet del Cnr di Firenze. «Complessivamente è un inverno abbastanza persistente - sostiene Maracchi - e non un fenomeno temporaneo. Un inverno come questo arriva ogni 20-25 anni e le caratteristiche sono molto simili all’inverno dell’85». Nelle prossime settimane sarà soprattutto il centro-sud a essere investito dal maltempo. E’ emergenza in Calabria, dove il territorio continua a franare e sono previste nuove piogge che potrebbero ulteriormente aggravare una situazione già drammatica.
Insomma, per l’uscita dal “vortice polare” c’è da aspettare ancora, anche se nella marcia di avvicinamento all’equinozio di primavera del 21 marzo la situazione comincerà a ribaltarsi.
Con il freddo, torna in auge anche l’influenza. Si temono nuovi picchi, con bambini e anziani osservati speciali. Ed è proprio di ieri la notizia che - secondo una delle sezioni italiane della Cochrane Collaboration - gli studi sull’efficacia dei vaccini per l’influenza sugli anziani andrebbero rivisti e integrati con ricerche più ampie.

DISAGI SULLA A3 Disagi anche oggi per il traffico veicolare sulle due principali arterie del versante tirrenico che attraversano la Calabria, a causa delle piogge delle scorse ore. È ancora chiusa al traffico la corsia nord del tratto dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria compreso tra gli svincoli di Falerna e Rogliano, dove sono in corso da parte dell'Anas le verifiche tecniche sui dissesti provocati dalle piogge degli ultimi giorni. I mezzi pesanti che viaggiano in direzione nord vengono deviati con uscita dall'autostrada allo svincolo di Falerna, con rientro allo svincolo di Cosenza nord-Rende, attraverso le strade statali 107 e 18. I veicoli leggeri, invece, possono proseguire fino ad Altilia, percorrere un breve tratto della strada statale 616, la strada provinciale 245 per poi rientrare in autostrada a Rogliano. Anche la statale 18 è chiusa al traffico all'altezza del comune di Cetraro a causa di un costone pericolante. È probabile che la chiusura al traffico si protrarrà per la necessità di mettere in sicurezza l'area. I veicoli leggeri in transito nella zona possono utilizzare un percorso alternativo che attraversa il centro abitato di Cetraro. Per quanto riguarda i mezzi pesanti, quelli diretti a nord vengono deviati all'altezza di Paola sulla statale 107 e successivamente sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria allo svincolo di Rende-Cosenza nord, mentre quelli in direzione sud devono proseguire da Lagonegro sull'autostrada.

BERTOLASO IN CALABRIA Il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso si recherà nel pomeriggio in Calabria per un sopralluogo nelle zone colpite nei giorni scorsi dalla frana di Maierato. Lo ha annunciato nell'Aula della Camera, impegnata nell'esame del decreto legge sulla Protezione civile, chiedendo di poter lasciare Montecitorio in tarda mattinata al termine della discussione generale sul provvedimento.«Il Dipartimento -ha spiegato Bertolaso- è stato presente dai primi minuti della vicenda, ci sono dei tecnici della nostra struttura presenti sia in Calabria che in Provincia di Messina, il professor De Bernardinis sta andando sul posto, dopo aver lavorato in coordinamento con le due realtà regionali. Ho parlato con i vari sindaci dei Comuni interessati della Calabria, questa mattina mi sono sentito prestissimo con il presidente Loiero, gli ho detto che avevo questo importante impegno istituzione (l'esame del decreto legge sulla Protezione civile n.d.r.)». «Siccome sono abituato a seguire punto per punto tutti i lavori dei provvedimenti che mi riguardano, così come ho fatto in Senato ritenevo di essere qui presente oggi e nei giorni prossimi secondo quello che è il calendario che voi deciderete, ma se siete d'acordo penso di poter rimanere qui questa mattina per ascoltare il dibattito generale, poi all'interruzione della mattina recarmi in Calabria per fare un sopralluogo e vedere esattamente quali altri interventi devono essere adottati con immediatezza, per poi magari riferire anche domani al mio rientro su quelli che sono gli esiti di questo sopralluogo e i primi interventi urgenti che il Governo intende sicuramente porre in essere».


MAIERATO SCIVOLA ANCORA Nuovi scivolamenti a valle del costone da cui si è staccata la frana che ha portato all'evacuazione dei 2.300 abitanti di Maierato, si sono verificati nella notte. Si dovrebbe trattare, secondo quanto ha spiegato il prefetto di Vibo Valentia Luisa Latella dopo una riunione con i tecnici, di movimenti di assestamento. Tuttavia, da stamani riprenderanno i sopralluoghi su tutta l'area interessata, condotti, oltre che dai vigili del fuoco, dai tecnici della Protezione civile nazionale giunti ieri sera in Calabria. Il Prefetto, sino alla mezzanotte di ieri, ha presieduto un vertice nel corso del quale è stata fatta una ricognizione di tutti i punti di crisi della provincia. A preoccupare sono soprattutto le condizioni del tempo: al momento non sta piovendo, ma le previsioni della protezione civile indicano pioggia per tutto il giorno. Un'eventualità che potrebbe aggravare la situazione. Nel pomeriggio, a Maierato, è in programma un nuovo vertice nel corso del quale sarà fatto il punto della situazione e sarà deciso se mantenere lo stato di evacuazione di tutto il paese o consentire il ritorno, almeno parziale, degli abitanti.

SOPRALLUOGO IN CALABRIA Un nuovo sopralluogo sarà eseguito questa mattina a Maierato, il centro del vibonese evacuato per una grossa frana. Ieri sera sono arrivati gli esperti della Protezione civile nazionale, che affiancano i rappresentanti della Commissione grandi rischi e gli organismi regionali. La notte è trascorsa tranquilla, le forze dell'ordine hanno presidiato il centro abitato contro possibili episodi di sciacallaggio. La Prefettura di Cosenza ha richiesto l'invio urgente di tecnici della Commissione Grandi Rischi e di un Team del Dipartimento della Protezione Civile per monitorare la situazione. La provincia bruzia è una delle più flagellate dall'ondata di maltempo, con quasi 200 frane segnalate. La Ss 283 delle Terme è rimasta bloccata a causa di una slavina che ha ricoperto l'asfalto nel Comnune di San Marco Argentano, diverse strade provinciali sono chiuse, la Ss 18 è minacciata da una parete debole del costone nel Comune di Cetraro e il Santuario di Sant'Umile a Bisignano rischia di rimanere coinvolto in una frana sottostante molto vicina. Oggi le condizioni atmosferiche sembrano peggiorare, confermato anche dal bollettino meteo.

«LA MONTAGNA VENIVA GIÙ» «Ho visto la montagna venire giù lentamente, sembrava una colata di lava. Solo a ripensarci mi torna la paura». Antonia chiude gli occhi ripensando a quei momenti. Poi sospira guardandosi intorno, seduta su una branda nel palazzetto dello sport di Vibo Valentia. Antonia è una dei 2.300 abitanti di Maierato, piccolo centro a meno di dieci chilometri da Vibo Valentia, evacuato totalmente dopo che un costone della collina che sovrasta il paese è venuto giù trascinando con sè case di campagna, strade e acquedotto. La sua casa non ha avuto danni, così come le altre, ma il sindaco, Sergio Rizzo, non ha voluto correre rischi ed ha mandato via tutti. Anche perchè da stamani ha ripreso a piovere con insistenza, con il rischio concreto di nuovi crolli. Insieme agli altri compaesani, la donna condivide paura, disperazione e ansia per un futuro che al momento si presenta incerto, con il rischio di poter perdere tutto quanto ha costruito nel corso di una vita. Antonia sperava di potersi trasferire nella sua casa di campagna, ma anche quella è stata evacuata e così è stata costretta ad andare nel palazzetto dello sport, allestito dalla Prefettura di Vibo per ospitare 190 persone. In realtà, all'interno, ne sono arrivate solo 17 e cinque, dopo qualche ora, se ne sono andate per sistemarsi a casa di parenti ed amici. Una soluzione adottata dalla grande maggioranza degli abitanti di Maierato. Altri 220, invece, sono stati ospitati nella scuola di polizia, alle porte di Vibo. «Li ci sono i mie parenti», racconta la donna per spiegare perchè, insieme alla madre, al fratello ed ai tre figli, passerà la notte nel palazzetto. «Ci accontenteremo - prosegue sorridendo - l'importante è che stiamo tutti bene. Ringrazio Dio per come è andata. Quando si è staccata la frana ero alla finestra. Ho visto tutta quella terra scendere e sono rimasta terrorizzata. Ci hanno spiegato che sotto la terra scorre l'acqua per cui è pericoloso restare in paese». Meno sorridente e ugualmente impaurito è Alex, un ragazzo polacco che vive a Maierato da cinque anni. Insieme alla fidanzata, stamani, si è presentato al centro di raccolta, organizzato dal Comune nel piazzale di un centro commerciale, alla periferia del paese, con tutte le sue cose racchiuse in un paio di valigie ed alcuni sacchetti sistemati su un furgoncino. Per lui i volontari della protezione civile hanno trovato una sistemazione nella scuola di polizia. «In paese - dice in un buon italiano - sta scendendo tutto. Non so proprio cosa possa accadere». Non tutti, però, hanno lasciato la loro abitazione senza protestare. Sono stati gli anziani, soprattutto, i più riottosi. «Non voglio lasciare la mia casa - dice Maria - sono disperata. Non voglio lasciare le mie cose». Poi, dopo che i poliziotti la convincono a uscire di casa, li guarda e, con fare deciso, dice: «voglio tornare al più presto». Più che un auspicio, un'esortazione.

FRANA SULL'ADRIATICA Una frana, provocata dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi, ha ostruito in serata parte della carreggiata della Statale Adriatica tra Fosso Sejore e Pesaro. Una corsia è stata chiusa al traffico e si sta valutando l'ipotesi di chiudere del tutto la strada. La frana ha un fronte di una decina di metri ed è caduta dal Colle Ardizio; è costituita principalmente da roccia arenaria. Sul posto, i tecnici dell'Anas, i vigili del fuoco e la polizia stradale.

SETTE COMUNI SU 10 A RISCHIO Suona forte l'eco dell'allarme per la fragilità del suolo italiano: il territorio è a rischio sbriciolamento nel 70% dei comuni, di questi uno su quattro non sembra aver voglia di prendere delle iniziative, soprattutto nel campo della prevenzione. E in Calabria, come in Umbria, l'intera popolazione vive su una zona 'rossà in quanto a sicurezza idrogeologica che manca nel 100% dei comuni. La fotografia di una situazione così critica dal punto di vista idrogeologico è stata scattata appena nel dicembre scorso da Legambiente e dalla Protezione civile con lo studio 'Ecosistema rischio 2009' nell'ambito di 'Operazione fiumì attraverso il monitoraggio di oltre 1700 comuni classificati ad alto rischio dal ministero dell'Ambiente e dall'Upi, l'Unione delle province italiane. Dallo studio emerge che il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il territorio nazionale: sono ben 5.581 i comuni a rischio idrogeologico, il 70% del totale dei comuni italiani, di cui 1.700 a rischio frana, 1.285 a rischio di alluvione e 2.596 a rischio sia di frana sia di alluvione. Sette comuni su 10 sono zone rosse: in particolare, le regioni con la più alta percentuale di comuni a rischio, pari al 100%, sono la Calabria con 409 comuni, l'Umbria con 92 comuni e la Valle d'Aosta con 74 comuni. Le Regioni con più 'tenutà sono la Puglia con il 19% (48 comuni) dei comuni a rischio idrogeologico e la Sardegna con l'11% (42 comuni). Sono al nord i due comuni migliori nella prevenzione delle frane e delle alluvioni: a Canischio (Torino), e Palazzolo sull'Oglio (Brescia) cui va il primato nazionale di 'Ecosistema rischio 2009' e la bandiera 'Fiume sicurò. I peggiori sono sette comuni, soprattutto calabresi e campani, tra cui Acquaro (Vv), Polla (Sa), Quarto (Na), e Vejano (Vt) nel Lazio. Le migliori città sono Cagliari e Perugia, mentre non raggiunge la sufficienza Roma, e chiude la classifica Palermo. In questo contesto così disegnato, secondo lo studio sono ancora troppe le amministrazioni comunali italiane che tardano a svolgere un'efficace ed adeguata politica di prevenzione, informazione e pianificazione d'emergenza: oltre un comune su quattro non fa praticamente nulla per prevenire i danni derivanti da alluvioni e frane. Delle 1.485 amministrazioni comunali italiane, nel 79% dei comuni sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana e nel 28% dei casi sono presenti in tali zone interi quartieri. Migliore è la situazione per l'organizzazione del sistema locale di protezione civile. L'82% dei comuni si è dotato di un piano di emergenza in caso di frana o alluvione.

COLDIRETTI: CALABRIA A RISCHIO Il cento per cento dei comuni della Calabria si trova su un territorio considerato a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all'agricoltura. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla situazione idrogeologica in Calabria . La situazione della Calabria è considerevolmente più grave rispetto alla media nazionale in Italia dove - precisa la Coldiretti - ci sono 5.581 comuni, il 70% del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità. In Italia - afferma Coldiretti - l'elevato rischio idrogeologico non è certamente estraneo al fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, è stato sottratto all'agricoltura che interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27% negli ultimi 40 anni. Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non è stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed è necessario intervenire per invertire una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto che - precisa la Coldiretti - si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge. I forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poichè - conclude la Coldiretti - i terreni non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.

UN'ABITANTE: «SCIVOLA TUTTO» «Non so cosa possa succedere. In paese sta scivolando tutto». Alex è un giovane polacco che da cinque anni vive a Maierato. Adesso, insieme alla fidanzata, sta aspettando il suo turno al centro di raccolta allestito dal Comune nel parcheggio di un centro commerciale alla periferia del paese per sapere dove dovrà andare. Con un amico ha portato via tutte le sue cose a bordo di un furgoncino. In attesa di dare il suo nominativo ai volontari della Protezione civile, racconta quello che ha visto. «È stato spaventoso - dice - la montagna è venuta giù improvvisamente, sembrava un fiume in piena. Io abito vicino la zona della frana e sono rimasto terrorizzato. Non so come andrà a finire». A poca distanza da Alex c'è un altro giovane, Francesco, in compagnia di alcuni amici. Lui andrà ad abitare temporaneamente a casa di conoscenti. «Abito a meno di 200 metri dalla frana - racconta - e la paura è stata tanta. Quella è una zona in cui piccole frane si verificano da decenni. Il problema è che nessun coltiva più il terreno e poi quando piove si verificano questi disastri. Speriamo che tutto finisca presto».

ANCORA PIOGGIA Tonnellate e tonnellate di terra coprono quella che fino a ieri era una vallata. Il costone staccatosi da una collina a Maierato ha lambito decine di abitazioni, mettendo a rischio anche gli edifici che si trovano alla sommità e che potrebbero scivolare a valle nel caso in cui la frana riprendesse a muoversi. Un rischio che appare concreto, visto oltretutto che sulla zona da stamane ha ripreso a piovere con una certa insistenza. Nessuno, al momento, è in grado di fare previsioni ma la paura tra gli abitanti che ormai hanno lasciato il paese è tanta. La frana ha un fronte di un paio di chilometri ed ha travolto strade e acquedotto, tanto che il paese è completamente privo di acqua. Si tratta di uno spettacolo impressionante. «Stavamo verificando - ha raccontato il sindaco, Sergio Rizzo - una piccola frana che aveva ostruito una strada quando all'improvviso è venuto giù tutto. È stato spaventoso. Non ci aspettavamo una cosa del genere». Adesso a Maierato si attende l'arrivo della Commissione Grandi rischi per una valutazione degli interventi più urgenti.

MAIERATO PAESE FANTASMA È un paese fantasma Maierato, dopo lo sgombero ordinato dal sindaco, Sergio Rizzo, di tutti gli oltre duemila abitanti a causa della frana caduta ieri. Le strade sono deserte, le finestre delle case tutte serrate. In giro si vedono solo poliziotti e carabinieri che suonano casa per casa per accertarsi che tutti se ne siano andati, e gli ultimi ritardatari che con buste, valigie, trolley portano via le cose necessarie per affrontare un allontanamento che non si sa quanto dovrà durare. L'operazione di sgombero, partita stamane, è andata avanti senza problemi. Alcuni anziani hanno fatto un pò di resistenza dopo una vita passata nel paese, ma alla fine anche loro si sono convinti che abbandonare Maierato in questo momento è la cosa migliore. Per i più anziani si è reso necessario l'intervento delle ambulanze del 118.

EVACUATO MAIERATO L'evacuazione in massa di tutti gli abitanti di Maierato, paese di 2.300 persone in provincia di Vibo Valentia, è in corso da stamani, dopo che ieri un intero costone della montagna che si trova a ridosso del centro è franato mettendo in pericolo numerose abitazioni. La decisione è stata presa a scopo precauzionale dal sindaco, Sergio Rizzo, che ha definito lo scenario «apocalittico». «La frana - ha detto il sindaco - minaccia una parte importante del paese e vista l'incertezza delle condizioni meteo abbiamo deciso di non rischiare». Le prime 300 persone sono state allontanate dalle loro abitazioni già ieri sera, ma da stamani è cominciato lo sgombero di tutto il paese. Gli sfollati saranno sistemati nella scuola di polizia e nel palazzetto dello sport di Vibo Valentia. Inoltre sono stati allestiti punti di raccolta in varie scuole dei paesi della provincia.

UN'ANZIANA «VOGLIO RESTARE» «Sono disperata. Non voglio lasciare la mia casa. Voglio restare». Maria, un' anziana donna che abita a Maierato, non si dà pace. La sua casa è nelle vicinanze della montagna franata e adesso è costretta ad andarsene perchè c'è il rischio che possa crollare. «Non voglio andarmene - dice - non voglio lasciare le mie cose. Prego il Signore che non succeda niente». Per convincerla ad andarsene sono dovuti intervenire i poliziotti e i volontari della protezione civile che stanno cercando di far capire, soprattutto agli anziani, che il rischio è troppo elevato, visto anche che per oggi si prevedono nuove piogge che potrebbero fare ampliare il fronte della frana. «Sono molto triste e preoccupata - dice Maria dopo essersi convinta - e voglio tornare al più presto».

UNA FRANA SPAVENTOSA Un'intera montagna è venuta giù a Maierato a causa di una frana provocata dalle piogge abbondanti delle ultime ore. Nel centro del vibonese si sono vissuti momenti da incubo. Lo smottamento ha reso necessaria l'evacuazione di 200 persone. Il video è stato trasmesso ta Tg1 e Tg5. Dalla tarda mattinata di oggi le attenzioni della Protezione civile si erano concentrate nella zona a valle del centro del vibonese, dove nel primo pomeriggio erano state fatte evacuare a scopo precauzionale nove famiglie. Sul posto sono intervenuti volontari di tre associazioni di protezione civile che hanno attuato il monitoraggio della frana che ha portato a valle masse di terra e fango sommergendo case e spaccando strade. Le persone evacuate sono state sistemate nei locali della Scuola di Polizia a Vibo Valentia. Nel caso dovesse essere necessario per ulteriori evacuazioni il Comune di Vibo Valentia ha messo a disposizione il palazzetto dello Sport. In prefettura è stata costituita un'unità di crisi che segue l'evolversi della situazione. «È impressionante - ha detto l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco - quello che abbiamo potuto vedere dall'elicottero. Adesso, però, bisogna capire la natura della frana e la sua evoluzione» È emergenza, comunque, in tutta la Calabria dopo giorni di pioggia incessante che ha provocato danni ingenti. Hanno dovuto lasciare le loro case, per la minaccia di smottamenti alcune famiglie a Mendicino (Cosenza) e a Gimigliano (Catanzaro), mentre proprio alle porte del capoluogo di regione, a Germaneto, i tecnici del Comune e della Protezione civile stanno valutando la necessità di procedere allo sgombero di altre 30 famiglie da alcune abitazioni minacciate da un nuovo fronte franoso che ha già reso impraticabile una strada. Ad Acri e Castiglione Cosentino, in provincia di Cosenza, i vigili del fuoco hanno raggiunto alcune abitazioni isolate a causa di smottamenti che hanno ostruito le strade, mentre a Bisignano è in pericolo il Santuario dedicato a Sant'Umile la cui chiesa è stata dichiarata inagibile. Il bollettino delle frane è aggiornato ormai di ora in ora. Nella sola provincia di Cosenza se ne contano ormai 180 con l'interessamento di 27 arterie tra provinciali ed ex statali completamente «off-limits». A pagare lo scotto maggiore è la fascia che va da Aiello Calabro a Roggiano Gravina. Difficoltà anche per il Basso Ionio con interruzioni a Campana, Pietrapaola, Paludi. Nell'hinterland cosentino il discorso non cambia a Castiglione Cosentino, Zumpano, Rovito e San Pietro in Guarano. Nel catanzarese, dove la ricognizione è in corso, il transito è bloccato sulle provinciali a Tiriolo, Gimigliano per i problemi di stabilità del ponte sul fiume Corace, Soveria Simeri e Guardavalle nella zona ionica del soveratese. Tempi lunghi si prospettano, invece, per il ripristino della strada Janò-Magisano che dal capoluogo conduce nella zona della Presila, chiusa ormai da quasi venti giorni per un vasto movimento franoso che minaccia due quartieri di Catanzaro. Rubinetti a secco da ieri per diverse decine di migliaia di persone a Catanzaro e nell'hinterland costiero per la rottura della condotta idrica che alimenta per almeno due terzi l'acquedotto cittadino, dovuta alla piena del fiume Alli. Gli ospedali e le cliniche del capoluogo sono riforniti di acqua dalle autobotti della Protezione civile regionale. Anche a Cosenza una frana ha investito una condotta provocando disagi per la riduzione della portata nel centro cittadino. In Sila la neve ha raggiunto i tre metri di altezza. I parlamentari Gentile e Pittelli, del Pdl, hanno invocato la dichiarazione dello stato di calamità e l'intervento del governo. Il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ha convocato, per domani, una riunione straordinaria dell'esecutivo sulle conseguenze del maltempo. Oggi una tregua nel maltempo, ma per domani le previsioni parlano di nuove piogge e temporali.

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