giovedì 15 aprile 2010

Caserta, ecco come'è stato acciuffato il boss dei Casalesi Panaro


Caserta, ecco come'è stato acciuffato
il boss dei Casalesi Panaro


CASERTA (15 aprile) - Nicola Panaro, detto «Nicolino», inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi d'Italia, arrestato ieri sera dai carabinieri a Lusciano, comune poco distante da Casal di Principe, roccaforte del clan dei casalesi, era convinto di essere al sicuro nel suo nascondiglio.

Appassionato e competente di apparecchiature elettroniche era fornito di strumenti che non consentivano le intercettazioni e di un impianto in grado di controllare i movimenti all'esterno del rifugio. I carabinieri di Casal di Principe, che erano da qualche tempo sulle sue tracce indagando, tra l'altro, sull'attività della fazione dei casalesi ritenuta ancora guidata dallo zio, Francesco Schiavone, detto Sandokan, uno dei capi storici della cosca, con una tempestiva azione, guidata dal comandante della compagnia, capitano Andrea Corinaldesi e coordinata dalla Dda, hanno precluso a Panaro, latitante dal 2003, ogni tentativo di fuga.

Nell'appartamento i militari hanno sequestrato circa 7500 euro in banconote di vario taglio e varia documentazione al vaglio ora dei magistrati della Dda partenopea. Nella mattinata di oggi sono attesi alla compagnia di Casal di Principe il comandante interregionale dei carabinieri, generale di corpo d'armata, Maurizio Scoppa, che da giovane capitano è stato per quattro anno in forza al Gruppo carabinieri di Caserta, il comandante regionale, generale Franco Mottola ed il comandante provinciale di Caserta, colonnello Crescenzio Nardone.

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