lunedì 31 maggio 2010

Mafia: Palermo, Gdf sequestra beni per 150 mln euro riconducibili a boss Brancaccio


Mafia: Palermo, Gdf sequestra beni per 150 mln euro riconducibili a boss Brancaccio

Blitz delle Fiamme Gialle a Palermo

Beni per un valore complessivo di oltre 150 milioni di euro, riconducibili ad esponenti mafiosi dei mandamenti di Brancaccio e Porta Nuova, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Palermo. Si tratta di centinaia di immobili, conti correnti e quote societarie che sarebbero il frutto di attività illecite e di riciclaggio. Le persone colpite dal provvedimento patrimoniale appartengono alle nuove leve di Cosa Nostra.

La complessa operazione antimafia è stata denominata in codice "Tifone". Nel dettaglio, il provvedimento di sequestro emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo riguarda centinaia di immobili, attività commerciali del settore della grande distrubuzione, ma anche negozi e ristoranti, decine di rapporti bancari, quote societarie e automezzi.

I beni confiscati sono tutti riconducibili a personaggi emergenti dei due clan, molto attivi nel controllo delle estorsioni. Tra i principali nomi di spicco coinvolti nell'operazione c'è anche quello di Antonino Sacco, ritenuto il nuovo reggente di Brancaccio. Secondo la Guardia di finanza, tra le nuove leve della mafia emergono anche nella zona della Guadagna, un tempo regno di Pietro Aglieri, Francesco Fascella e i suoi familiari mentre al Borgo Vecchio un ruolo di primo piano sarebbe stato assunto da Elio Ganci e Michele Cordaro.

Nel corso delle indagini, interfacciando i dati emersi a seguito delle analisi contabili e bancarie con quelli dei rilevamenti e delle comparazioni di compravendite mobiliari, immobiliari e societarie, sono state scoperte fittizie intestazioni di beni, in modo da risalire agli effettivi titolari, legati strettamente al boss Sandro Lo Piccolo.

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