venerdì 28 maggio 2010

Stragi di mafia, ancora senza nome lo 007


Stragi di mafia, ancora senza nome lo 007

PALERMO – E’ ancora giallo sul signor Franco, lo 007 che, per oltre 30 anni, avrebbe tessuto la trama di mille misteri siciliani. L’uomo che, nell’ombra, avrebbe “vigilato” sulla trattativa tra Stato e mafia, passata attraverso le stragi, non ha ancora un nome. Gli inquirenti smentiscono di averlo identificato grazie a Massimo Ciancimino, testimone e narratore degli incontri dell’agente col padre, l’ex sindaco mafioso di Palermo, protagonista del lungo dialogo tra pezzi delle istituzioni e Cosa nostra. E tanto meno di averlo iscritto nel registro degli indagati. Un no secco, quello della Procura di Caltanissetta, molto preoccupata delle continue fughe di notizie sulle inchieste in corso. Allarme condiviso dai pm di Palermo che, insieme ai colleghi, vagliano le dichiarazioni di Ciancimino tentando di accertare le implicazioni dei Servizi nelle stragi di Capaci e via D’Amelio e nel fallito attentato all’Addaura a Giovanni Falcone, antefatto imprescindibile, questo, per comprendere la lunga stagione stragista culminata nelle bombe del ‘93. ”Piccole porzioni di verità in mezzo a notizie per lo più false che rischiano di inquinare o rendere inefficaci indagini delicate”: così i magistrati definiscono le indiscrezioni recentemente pubblicate. Ultima: quella del riconoscimento del signor Franco, che non sarebbe avvenuto. A Massimo Ciancimino, che aveva detto agli investigatori di avere trovato una foto della rivista Parioli Pocket in cui l’agente sarebbe comparso insieme a un politico, gli inquirenti, nei giorni scorsi, hanno mostrato una pagina del periodico. Si tratterebbe, però, di un’immagine diversa da quella indicata dal teste. Nella foto, che risale al 2006, tra gli altri compaiono Gianni Letta e Bruno Vespa, alla presentazione, in Vaticano di una nuova auto. Davanti al magazine Ciancimino avrebbe mostrato perplessità. “Non credo di riconoscere il signor Franco – avrebbe detto riferendosi a un uomo che si intravede alle spalle di Vespa. Non sono sicuro che sia lui, non lo so”. Incertezze, quelle del teste, che sarebbero incompatibili con qualunque iscrizione nel registro degli indagati. In attesa che il testimone consegni ai pm la sua copia del magazine – quella in cui il signor Franco sarebbe riconoscibile senza alcun margine di dubbio – restano poche perplessità sul coinvolgimento di pezzi dell’intelligence nella stagione delle stragi. Un dato, questo, che il procuratore di Caltanissetta ha più volte ribadito, pur nel riaffermare la segretezza delle indagini. Che la dda nissena, che ha riaperto le inchieste sulle stragi del ‘92, scavi in questa direzione lo conferma l’iscrizione nel registro degli indagati, per concorso nella strage di via D’Amelio, di un funzionario del Sisde, ora in servizio all’Aisi.

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