martedì 1 giugno 2010

In fuga dal 1997, arrestato Gligora


In fuga dal 1997, arrestato Gligora

Reggio Calabria, tra i più pericolosi
I carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato Santo Gligora, 51 anni, latitante da 13, ricercato per associazione a delinquere di tipo mafioso e sequestro di persona. L'uomo, ritenuto un elemento di spicco della cosca Morabito di Africo, è stato bloccato in un appartamento, a Platì. Il nome di Gligora era inserito nell'elenco dei 100 ricercati più pericolosi.

Gligora deve scontare una condanna a 24 anni e 11 mesi per il sequestro del fotografo Adolfo Cartisano, rapito il 22 luglio 1993 a Bovalino e mai tornato a casa.

Arresto Gligora: anello di congiunzione tra Africo e Plati'

di Nerina Gatti - 1° giugno 2010

Ennesimo successo dello Stato e della Procura di Reggio Calabria coordinata da Giuseppe Pignatone.




La cattura di Santo Gligora, inserito nella lista dei 100 latitanti più pericolosi dell’elenco del Ministero degli Interni, ”è stata un’operazione che qualifica significativamente il lavoro dell’Arma dei carabinieri in un territorio com’é la locride” ha commentato Pignatone. I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, guidati dal colonnello Pasquale Angelosanto, i militari del Gruppo di Locri del tenente colonnello Valerio Giardina e i Falchi del Gruppo Cacciatori di Vibo Valentia comandati dal tenente Francesco Cinnirella, alle prime luci dell’alba, con un blitz in contrada Prache a Platì hanno catturato il pericoloso criminale. Gligora, nato a Bova Marina (RC) il 01.02.1959 era ricercato dal 1997 per associazione a delinquere di tipo mafioso e sequestro di persona. L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri che spiega: “Gligora è sicuramente uno dei più importanti elementi della cosca Morabito-Bruzzaniti-Palamara, di Africo Nuovo. La sua latitanza, durata quasi tredici anni, è indice di quanto fosse tenuto in considerazione nella gerarchia ndranghetista della locride. Santo Gligora deve scontare una condanna definitiva a 25 anni di reclusione per il sequestro del fotografo di Bovalino, Lollò Cartisano, scomparso il 22 luglio 1993 e mai più tornato a casa”. Secondo gli inquirenti Grigola sarebbe affiliato alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti di Africo.

“La caratura criminale di Santo Gligora è di tutto rispetto, suo zio Andrea Palamara, risulta essere a capo della cosca “Speranza – Palamara – Scriva”, che uscì vincente dalla cosìdetta “faida di Motticella” che negli anni ’80 ha mietuto decine di vittime e insanguinato la zone di Africo e paesi vicini. Ma non passa inosservato il fatto che la madre di Gligora è Giuseppa Morabito, cugina materna di Giuseppe Morabito alias “ il Tiradrittu”, ” arrestato dal ROS Carabinieri del generale Giampaolo Ganzer il 18 febbraio 2004 e capo indiscusso della locale consorteria criminale denominata “Morabito – Bruzzaniti – Palamara”.
Domenica Morabito


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Il latitante è stato ritrovato in un fabbricato rurale risultato di pertinenza dell’abitazione dei coniugi Rosario Agostino e Domenica Morabito entrambi residenti in contrada Senoli, a Platì. I due sono stati arrestati per favoreggiamento personale aggravato dall’art. 7


Rosario Agostino arrestato per favoreggiamento a Santo Gligola

All’interno dell’abitazione sono stati trovati: un documento d’identita’ contraffatto, recante false generalità, euro 2.500 circa in contanti, ricetrasmittenti tipo scanner, binocoli e visori notturni. È stata inoltre perquisita un’ altra abitazione nella disponibilità del latitante, ubicata sempre in contrada senoli, dove veniva individuato un bunker, delle dimensioni di circa mt. 5 x 4, ricavato nel sottosuolo di un fondo coltivato, accessibile tramite una botola celata da fitta vegetazione


Grigola ha tentato la fuga da una finestra ma è stato bloccato dai militari della stazione di Platì. Le uniche parole che Grigola ha detto mentre i carabinieri gli stringevano le manette ai polsi sono state: “Voi in questi casi arrestate persone colpevoli, ma vi assicuro che stavolte avete preso un innocente”.

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