venerdì 16 luglio 2010

Catania, inchiesta sui Servizi sociali: sedici arresti


Catania, inchiesta sui Servizi sociali: sedici arresti

CATANIA – Sedici persone, tra amministratori, funzionari, impiegati pubblici e responsabili di associazioni e cooperative, sono state arrestate da carabinieri del Nas di Catania per presunte irregolarità nelle gare di appalti pubblici di servizi di assistenza alle fasci deboli. Secondo l’accusa, contratti per diversi milioni di euro non erano poi pienamente rispettati dai vincitore delle gare che, con la compiacenza di funzionari pubblici, davano ad anziani, bambini e disabili servizi inferiori a quando previsto dai singoli capitoli d’appalto. Carabinieri del Nas stanno eseguendo anche il sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di 12 milioni di euro, la somma ritenuta dalla Procura di Catania che sarebbe stata percepita illecitamente da cooperative e associazioni coinvolte nell’inchiesta I reati ipotizzati dal Gip, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata alla turbativa degli incanti, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata a danno dello Stato, falso e abuso d’ufficio. I particolari dell’operazione saranno resi noti durante un incontro alle 11 nella sala conferenze della Procura di Catania dal procuratore capo Vincenzo D’Agata e dal sostituto Lucio Setola.

Tra gli arrestati ci sono Giuseppe Zappalà, 61 anni, ex assessore alle Politiche sociali della giunta di centrodestra di Umberto Scapagnini; Nunzio Parrinello, 52 anni, consigliere del Mpa alla Provincia di Catania; Isaia Ubaldo Camerini, 62 anni, responsabile del distretto socio-sanitario numero 16; l’avvocato Antonino Novello, 53 anni, consigliere della sezione etnea dell’Unione nazionale ciechi; Paolo Guglielmino, 42 anni, legale rappresentante della cooperativa ‘Socio sanitaria’. Per loro il Gip, accogliendo le richieste del sostituto procuratore Lucio Setola, ha emesso ordine di custodia cautelare in carcere. Il giudice ha concesso i ‘domiciliari’ a altri undici indagati. Maria Brunetto, 53 anni, consigliere comunale di una lista civica a Calatabiano; a cinque dipendenti del Comune di Catania: Maria Teresa Cavalieri, 51 anni, Vincenza Lipani, di 55, Lucia Rosto, di 58, Carmela Merola, di 62, Carmela Vampa, di 55; Anna Donatelli, 48 anni, presidente della cooperativa sociale ‘Orizzonti’; Salvatore Falletta, 54 anni, vice presidente della Lega cooperative della provincia etnea; Carmelo Reale, di 58 anni, componente una delle commissioni aggiudicatrici di gare di appalto; Concetta Santangelo, di 46 anni, di Adrano; e Renato Briante, di 55 anni, consulente esterno nel 2007 dell’assessorato regionale alla Famiglia.

Complessivamente sono 52 gli indagati, ed è in corso di esecuzione la notifica degli avvisi di garanzia alle persone non raggiunti da provvedimenti restrittivi. Carabinieri del Nas stanno eseguendo il sequestro preventivo di beni per circa 12 milioni di euro. Quelli maggiormente consistenti sono nei confronti del direttore del distretto socio-sanitario numero 16, Iasia Ubaldo Camerini, circa 4,8 milioni di euro, e all’ex assessore comunale ai Servizi sociali della giunta Scapagnini, in carica nel 2007, Giuseppe Zappalà, circa 4,3 milioni di euro.

Il procuratore D’Agata: “Una tutela per le fasce deboli”. “Si deve trasformare un’inchiesta di malcostume di amministratori di strutture private e funzionari amministrativi in un procedimento di valenza politica o riferita a politici”. Lo ha detto il procuratore capo di Catania, Vincenzo D’Agata, commentando le indagini dei carabinieri del Nas culminate con l’arresto di 12 persone per presunte irregolarità negli appalti del distretto socio-sanitario etneo. Il magistrato, che ha partecipato all’inaugurazione dell’Ufficio denunce antiviolenza dei carabinieri del Comando provinciale di Catania, ha annunciato che non parteciperà alla conferenza stampa dell’operazione dei Nas, spiegando “di voler attribuire la giusta portata a questa iniziativa di tutela delle fasce deboli che rappresenta un grande sforzo sinergico di tutti gli operatori interessati”. “Voglio sgombrare il campo da strumentalizzazioni – ha aggiunto il procuratore D’Agata -. Questa dello sportello antiviolenza è una iniziativa nuova ed apprezzabile, mentre la conferenza stampa sull’inchiesta è l’ennesima evidenza di un malcostume di privati e funzionari di enti pubblici che abbiamo più volte combattuto e che continueremo a combattere”.

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