mercoledì 21 luglio 2010

I rimorsi di Ciancimino "Voglio chiedere scusa"


I rimorsi di Ciancimino
"Voglio chiedere scusa"


PALERMO - "Oggi, dopo due anni e mezzo, dopo quasi novanta interrogatori, sento solo il bisogno di chiedere scusa. Voglio chiedere scusa ai familiari di Borsellino e del giudice Falcone e di tutti gli agenti delle scorte che in quelle stragi hanno lasciato la loro vita".

Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, che sta svelando ai magistrati i segreti della trattativa tra lo Stato e la mafia, forse causa della stagione di sangue del '92, scrive ai familiari delle vittime delle stragi. E lo fa attraverso il blog de "Il Fatto Quotidiano". La sua nota, in poco tempo, ha ricevuto 500 commenti.

"E voglio chiedere scusa - prosegue - anche ai magistrati della Procura di Caltanissetta e di Palermo per quella che loro chiamano la rateizzazione delle mie dichiarazioni. Ma la verità è che anche in questi mesi ho avuto paura". "Non sono un eroe e non ho mai pensato di esserlo. - prosegue - Non sono come Impastato che ha trovato il coraggio di combattere il padre da vivo".

"Sono un semplice dichiarante, oppure un teste privilegiato. Non so più quanti termini sono stati usati per descrivere la cosa più normale che ognuno dovrebbe fare: dare il proprio contributo a far luce su quei terribili anni. - spiega - Io l'ho fatto. Ho risposto alle domande dei magistrati su fatti e circostanze dove sicuramente anche il mio contributo può aiutare. Eppure oggi rappresento un vero e proprio caso".

"È in corso un dibattito sulle vere finalità di quella che viene definita la mia pseudo-collaborazione. - conclude -. Sono, insomma, un dissidente, in un ben rodato sistema omertoso. Perché non si può certamente credere ad uno che in cambio della sua collaborazione, non ha chiesto niente".

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