domenica 4 luglio 2010

Napoli-inchiesta/ Boom di pensioni


Napoli-inchiesta/ Boom di pensioni
Invalidi sei napoletani su cento


di Alessio Fanuzzi
NAPOLI (4 luglio) - Sei invalidi su cento. Per ogni cento napoletani, ce ne sono sei (quasi, il dato esatto è 5,9) con pensione di invalidità. Quasi un record nel Mezzogiorno che pure stacca di netto il resto del Paese nella percentuale di invalidi che percepiscono un assegno mensile dallo Stato. I numeri sono clamorosi, certificati dall’indagine del centro studi di Confartigianato sui dati Inps che sarà presentata domani: tra il 2003 e il 2010, in Italia, le pensioni di invalidità sono cresciute del 49,8%, con un’incidenza sulla popolazione residente salita da 3,3 a 4,7.

In soldoni, se sette anni fa gli invalidi erano poco più di tre ogni cento italiani, oggi ne sono quasi cinque, con un incremento di 1,4 pensioni ogni cento abitanti. La corsa, neanche a dirlo, nel Mezzogiorno, dove l’incidenza dei trattamenti di invalidità è cresciuta di 1,9 ogni cento abitanti contro aumenti di 1,6 nelle regioni del Centro e di 0,9 al Nord. Nelle regioni del Sud, in sostanza, per ogni cento italiani ci sono 5,8 pensionati, per un’incidenza molto più alta che nel Centro (4,8) e nel Nord (3,7). Of course, la media del Mezzogiorno è superiore anche a quella nazionale, ferma a 4,7 trattamenti di invalidità ogni cento abitanti.

Nella speciale classifica delle regioni, la palma del primato spetta alla Calabria, con un aumento di 2,5 pensioni ogni cento abitanti. A ruota ci sono Umbria, Molise e Campania, tutte ferme (si fa per dire) a 2,2. Appena appena più bassa la crescita percentuale dell’incidenza in Puglia (2,1) e nel Lazio (2). In termini assoluti, invece, la maglia rosa tocca all’Umbria, dove ci sono 6,8 invalidi ogni cento abitanti. Alle spalle dell’unica regione d’Italia non situata ai confini nazionali, terrestri o marittimi, ci sono Sardegna e Calabria, rispettivamente con un’incidenza di 6,6 e 6,5.

Ai piedi del podio la Campania, quarta con un’incidenza di 5,9: per ogni cento campani, dunque, ce ne sono quasi sei che percepiscono una pensione di invalidità. Più dietro l’Abruzzo con 5,8, la Puglia con 5,5, la Sicilia con 5,3 e la Basilicata e il Molise ex aequo con 5,2.

La domanda, più che mai spontanea, è adesso una: c’è un nesso tra la maggiore incidenza delle pensioni di invalidità in Campania e nel Mezzogiorno e le tante truffe smascherate negli ultimi mesi dalle forze dell’ordine? La Confartigianato, nelle sue conclusioni, non scioglie il dubbio ma ammette: «Queste differenze contributive - è scritto nel dossier preparato dal centro studi - vengono spiegate anche dalla correlazione con l’irregolarità nel mercato del lavoro meridionale, per cui i trasferimenti per pensioni di invalidità costituiscono un sostegno al reddito per disoccupati o per bassi redditi e una forma sostitutiva di pensionamento per coloro che, in avanzata età anagrafica, non disponevano di sufficienti posizioni contributive». Basterà l’utilizzo della congiunzione «anche» per mitigare la condanna?

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