giovedì 5 agosto 2010

Frode alla Ue, arrestati 5 imprenditori


Frode alla Ue, arrestati 5 imprenditori

Truffa all'UE, cinque imprenditori
della Piana di Gioia Tauro in manetteLe persone indagate nell’inchiesta sono, complessivamente, venti mentre gli arrestati sono cinque imprenditori del Reggino


05/08/2010 Operazione in varie regioni d'Italia dei militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, contro un’organizzazione criminale operante in Calabria e responsabile di aver frodato l’Unione Europea attraverso l’emissione e l'utilizzo di fatture false.
I militari hanno arrestato cinque imprenditori della piana di Gioia Tauro, che sono stati posti tutti ai domiciliari. Si tratta dei fratelli Vincenzo ed Antonio Oliveri, di 56 e 45 anni, il primo residente a Gioia Tauro ed il secondo a Giulianova (Teramo); Vincenzo Borgia (59), di Villa San Giovanni (Reggio Calabria); Salvatore Erminio Surdo (62), di Gioia Tauro, e Giuseppe Surdo (29), anch’egli residente a Giulianova. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla truffa per il conseguimento indebito di ingenti contributi pubblici, al riciclaggio, alla frode fiscale.
Il patrimonio sequestrato comprende 14 aziende del settore della trasformazione olivicola. Per sette delle aziende il sequestro del patrimonio è totale, mentre per le altre sette è parziale. Oltre alla Calabria, le regioni in cui sono stati eseguiti i sequestri sono l’Abruzzo, la Sicilia e la Toscana. L’inchiesta è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Palmi, che ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare e il sequestro dei beni. Le persone indagate nell’inchiesta sono, complessivamente, venti.
L'operazione è stata denominata in codice «Aristeo» ed ha visto impiegati oltre 200 finanzieri tra le province di Catanzaro, Reggio Calabria, Teramo, Pescara, Catania, Lucca e Roma, per dare esecuzione anche ad un decreto di sequestro preventivo di opifici industriali, strutture turistico-alberghiere, immobili e quote societarie, nonchè per svolgere anche perquisizioni, sequestri di documentazione e notifiche di informazioni di garanzia.
Si tratta – secondo gli inquirenti – della più importante operazione finora svolta in Italia nel settore delle frodi ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Gli inquirenti serebbero riusciti ad individuare ed a neutralizzare una pericolosa consorteria criminale ideata e promossa da diversi imprenditori originari o residenti nella piana di Gioia Tauro che, nel corso degli anni, pur avendo «collezionato» su tutto il territorio nazionale numerose segnalazioni all’autorità giudiziaria da parte di diverse forze di polizia, continuavano a perpetrare rilevanti delitti di natura patrimoniale e fiscale.
L’indagine è stata avviata nell’ottobre 2007 grazie ad una attività di intelligence svolta dalla sezione frodi comunitarie del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro nei confronti della «S.i.m. s.r.l.» e della «I.c.o. s.r.l.» volta a verificare la legittima percezione di milionari contributi pubblici per la realizzazione di specifici programmi di investimento in Calabria.
Le indagini, coordinate dal procuratore della repubblica presso il tribunale di P almi, Giuseppe Creazzo e dal sostituto procuratore Stefano Musolino, sono state estese nei confronti di ulteriori soggetti economici direttamente riconducibili all’organizzazione che, nel corso degli anni, avrebbe creato un vero e proprio «impero economico» attraverso l’avvio e la gestione di numerose attività in Calabria, in Abruzzo, in Puglia ed in Sicilia – grazie alla concessione di ingenti contributi pubblici in base alla legge 488/92, pari complessivamente a 85 milioni 851.852,33 euro.
I principali strumenti illeciti utilizzati saebbero stati o stati la sovrafatturazione dei costi ed il fittizio apporto di «mezzi propri» da parte dei soci. Lo sviluppo degli accertamenti avrebbe consentito di fare emergere l’esistenza di una vera e propria consorteria criminale particolarmente specializzata nell’organizzare truffe finalizzate all’indebito conseguimento di pubbliche contribuzioni.
Attraverso un collaudato sistema basato su soggetti economici creati ad hoc – fra i quali si collocano, come semplici episodi di un più vasto progetto illecito, proprio la «S.i.m. s.r.l.» e la «I.c.o. s.r.l.» - sarebbe stato realizzato il disegno fraudolento finalizzato all’indebita percezione di cospicue risorse pubbliche grazie alla legge 488/92.
Ulteriori accertamenti sono stati asvolti nei confronti della «Olearia Jonica s.r.l.», della «Abruzzo impianti s.r.l.» e della «Oliveri Vincenzo s.r.l.», società beneficiarie di contributi pubblici destinati alla realizzazione di singoli programmi di investimento a Caltagirone (Ct), Mosciano Sant'Angelo (Te) ed Borgia (Cz). Gli accertamenti eseguiti avrebbero permesso di riscontrare come l’organizzazione criminale individuata abbia posto in essere articolate transazioni finanziarie sia in Italia che all’estero, attraverso diversi soggetti economici e persone fisiche compiacenti.
L’esito delle indagini – tutt'ora in fase di svolgimento con riguardo alle ulteriori società riconducibili al «gruppo Oliveri» beneficiarie di contributi pubblici – ha permesso sinora di segnalare alla magistratura 19 persone fisiche e 7 soggetti giuridici, nonchè di accertare oltre all’indebito beneficio di pubbliche provvidenze, l'emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 35 milioni di euro.

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