venerdì 6 agosto 2010

Grasso: "Servono più mezzi contro la mafia"


Grasso: "Servono più mezzi contro la mafia"

PALERMO - "Un prefetto disse nel 1982 che la mafia nel 2000 sarebbe stata sconfitta e fu vittima di sberleffi. Purtroppo non è solo un sistema militare ma è anche fatto di relazioni con parti della società che godono di questo sistema. La realtà è che nel 2010 siamo ancora alle prese con questo fenomeno. Naturalmente auspico che abbia ragione Berlusconi, certo se ci dessero più mezzi sarebbe meglio".

Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, a Palermo per commemorare il vicequestore Ninni Cassarà e l'agente Roberto Antiochia uccisi 25 anni fa, commentando le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi che ha pronosticato la fine della criminalità organizzata in tempi brevissimi.

"Queste persone le porto sempre con me. Costa, Cassarà, Montana, Falcone e Borsellino sono sempre con me. È come se sei in trincea e ti muore un compagno", ha aggiunto Grasso.

"Nel piano antimafia ci sono delle cose positive, ma anche altre da correggere come l'autoriciclaggio che in Italia non è reato, come invece succede in molte parti d'Europa. Il problema dell'antimafia si inserisce comunque in una riforma del codice di procedura penale perchè abbiamo bisogno di processi rapidi", ha spiegato Grasso rispondendo a delle domande dei giornalisti sul piano straordinario antimafia approvato la settimana scorsa in Senato.

"Stiamo battendo la mafia"

ROMA - "I continui successi di Forze dell'Ordine e Magistratura che hanno fortemente indebolito la mafia siciliana, fino a fare intravedere la prossima fine dell'organizzazione, sono il giusto omaggio a quanti, prima di tutti, hanno creduto, fino all'estremo sacrificio, nella vittoria dello Stato su ogni forma di violenza, di sopruso, di omertà". Così il Presidente del Senato, Renato Schifani, nella ricorrenza del 25 Anniversario dell'uccisione del Vice Questore Aggiunto Antonino Cassarà e dell'Agente di Polizia Roberto Antiochia.

"Nel venticinquesimo Anniversario dell'assassinio di Antonino Cassarà e di Roberto Antiochia, uccisi il 6 agosto del 1985 - si legge nel messaggio di Schifani - desidero, a nome mio e dell'Assemblea di Palazzo Madama, ricordarne il sacrificio. I loro nomi sono per noi tutti esempio di mirabile attaccamento ai valori quotidiani e indispensabili della giustizia e del lavoro, pagati con il prezzo estremo della vita".

Prosegue Schifani: "Ninni Cassarà da siciliano convinto sostenitore della necessità di mettere la sua esperienza e la sua professionalità al servizio della giustizia, per contribuire ad estirpare la piaga della criminalità organizzata dal tessuto sano della terra di Sicilia, è stato fedele servitore dello Stato, uomo di straordinarie doti morali, investigatore tenace ed instancabile. Doti di altissimo profilo che lo avevano reso prezioso collaboratore di quei magistrati, tra tutti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che all'epoca avevano intrapreso con coraggio e determinazione il difficile e impervio cammino della lotta alla mafia".

"Agli uomini della Polizia che hanno saputo sapientemente proseguire nel cammino tracciato da Ninni Cassarà e Roberto Antiochia ed a quanti credono negli ideali e nei principi che furono di Ninni Cassarà, va la mia commossa gratitudine. Ai familiari ai quali Ninni Cassarà ha trasmesso i veri valori dell'onestà e dell'integrità morale, va la mia commossa vicinanza".

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