giovedì 21 ottobre 2010

Caso De Mauro, la verità in un manoscritto

PALERMO - Il procuratore di Palermo Pietro Scaglione, fu ucciso nel 1971, perché indagava sulla scomparsa del giornalista de "L'Ora", Mauro De Mauro. Lo sostiene un manoscritto consegnato da Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, interrogato nei giorni scorsi dai pm che indagano sulla scomparsa e sull'omicidio del cronista ucciso, a Palermo, il 16 settembre del 1970.

Per il delitto è sotto processo davanti alla Corte di Assise - per domani era previsto l'inizio della requisitoria - il capomafia corleonese Totò Riina. Ma le rivelazioni del supertestimone, che racconta agli investigatori della trattativa tra Stato e mafia, potrebbe fare slittare la fine del processo.

Ciancimino, che all'epoca della scomparsa del giornalista aveva soltanto sette anni, ha però sentito parlare dell'omicidio dal padre. Il figlio dell'ex sindaco ha consegnato ai magistrati un documento di tre pagine, manoscritto dal genitore, in cui Vito Ciancimino, nell'analizzare l'assassinio del procuratore Scaglione, scrisse che il magistrato era stato eliminato proprio perché indagava sulla morte di De Mauro.

Il documento potrebbe essere depositato, domani, agli atti del processo. Nel manoscritto, Vito Ciancimino si lamentava del fatto che il capomafia Bernardo Provenzano, a lui vicinissimo non gli aveva mai parlato dell'omicidio De Mauro.

Poco prima di scomparire Mauro De Mauro incontrò l'allora Procuratore di Palermo Pietro Scaglione. È questo il "contesto" attorno al quale ruota il manoscritto di Vito Ciancimino. A un collega del giornale "L'Ora", Bruno Carbone, De Mauro aveva confidato di essere venuto a conoscenza di un fatto molto grave che, se conosciuto, avrebbe "sconvolto l'Italia".

Carbone non gli chiese altre informazione ma gli consigliò di recarsi dal procuratore. "In questi casi - disse il collega - l'unica cosa da fare è parlarne con qualcuno: se si tratta di un magistrato ancora meglio". De Mauro seguì il consiglio di Carbone e qualche giorno dopo gli confidò di avere incontrato Scaglione.

La morte del procuratore otto mesi dopo la scomparsa del giornalista, decisa ed organizzata dagli uomini di Luciano Liggio, non ha mai consentito di ricostruire il contenuto del colloquio tra De Mauro e il procuratore.

Carbone è stato sentito durante il dibattimento, ma ha confermato che De Mauro non gli ha mai detto nulla del "grosso affare" di cui era venuto a conoscenza. Una delle ipotesi prese in considerazione viene ricondotta a una delle principali piste processuali: il golpe Borghese. Tentato nel dicembre 1970, se ne parlava già durante l'estate.

"De Mauro ucciso su input istituzionali"

PALERMO - L'omicidio del cronista de "L'Ora" Mauro De Mauro sarebbe il primo di una lunga serie di delitti in cui Cosa nostra avrebbe "operato" anche su input esterni. È la rivelazione fatta dall'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino al figlio Massimo e riferita dal supertestimone che racconta i retroscena della trattativa tra Stato e mafia ai Pm di Palermo che per il caso De Mauro processano il boss Totò Riina.


Nel giorno in cui sarebbe dovuta cominciare la requisitoria del Pubblico ministero, il magistrato ha chiesto alla Corte di Assise di depositare il verbale di interrogatorio reso da Massimo Ciancimino alla Procura l'8 ottobre, di sentire in aula il testimone e di acquisire agli atti il manoscritto di don Vito in cui il politico corleonese definisce l'omicidio De Mauro come una sorta di spartiacque, il primo di una serie di delitti fatti dalla mafia per assecondare "interessi esterni" ed ambienti istituzionali.

Massimo Ciancimino ha riferito che il padre avrebbe parlato dell'argomento con il procuratore di Palermo Pietro Scaglione, poi assassinato nel 1971. Pm ha presentato alla Corte anche un altra serie di richieste e acquisizioni probatorie documentali e testimoniali.

I giudici, su istanza dei legali dell'imputato e dell'avvocato di parte civile Francesco Crescimanno, hanno concesso alle parti un termine a difesa per potere analizzare tutta la documentazione di cui la Procura ha chiesto il deposito. L'udienza è stata rinviata al 5 novembre.

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