martedì 26 ottobre 2010

Mafia, un tesoro in contanti per un prestanome

Il denaro trovato nella casa, in una scatola di liquori, di Giovanni Inchiappa, arrestato venerdì nell'inchiesta tra Cosa nostra e cemento

PALERMO. Un tesoro in contanti nella cassaforte di uno dei prestanome nel boss Marfia. Quarantaseimila euro in contanti nascosti in una confezione di liquore. Li aveva Giovan Battista Inchiappa, il presunto prestanome di Altofonte arrestato venerdì dai carabinieri nell’inchiesta su mafia e cemento. Inchiappa è considerato uno dei fiancheggiatori di Giuseppe Marfia, ex fedelissimo di Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca. Ma anche lui ha una storia alle spalle e amicizie di un certo spessore. Venne fermato il 15 gennaio del 1982 assieme a due personaggi che hanno fatto la storia di Cosa nostra: Giuseppe Marchese, superkiller di mafia e figlio del terribile Filippo Marchese, detto milinciana, boss di corso dei Mille e Francesco Spadaro, nipote di Tommaso Spadaro, «il re della Kalsa» e capo incontrastato prima del contrabbando di sigarette e poi del narcotraffico. Ulteriori approfondimenti nell’articolo a firma di Leopoldo Gargano nell’edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi, 26 ottobre 2010


Cosche di Termini Imerese, condanne a un secolo carcere

Destinatari delle pene 10 presunti affiliati delle famiglie mafiose del comprensorio. Due gli assolti: Angelo Giuseppe Rizzo e Giuseppe Rinella, figlio di Pietro



PALERMO. Quasi un secolo di carcere è stato inflitto dal gup di Palermo, Adriana Piras, a 10 presunti affiliati delle famiglie mafiose di Trabia, Sciara e Termini Imerese, in provincia di Palermo, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione.

Due gli assolti: Angelo Giuseppe Rizzo e Giuseppe Rinella, figlio di Pietro Rinella, capomafia ergastolano come gli altri due fratelli Diego e Salvatore. Altre due posizioni, quelle di Carmelo Graziano e Fabrizio Iannolino, saranno esaminate dal tribunale di Termini Imerese, mentre Paolo Lo Iacono è in fase di udienza preliminare. Tutti sono stati arrestati nell'operazione denominata "Camaleonte 2" nel marzo del 2009.

La pena più alta è stata inflitta ad Alfonso Riccio, condannato a 11 anni e 8 mesi. A Cosimo Serio sono stati comminati 10 anni e 8 mesi, ad Antonino Teresi 8 anni e 6 mesi, a Leonardo Monastero 8 anni e 10 mesi, a Sebastiano Salpietro a 8 anni, ad Agostino Mantia 7 anni e 8 mesi, a Liborio Pirrone 7 anni. Pene minori per Domenico La Rocca che è stato condannato a 4 anni e 8 mesi, Paolo Piazza Palotto, a cui sono stati inflitti 3 anni e 8 mesi, e Agostino Scarpino Pattarello condannato a 3 anni.

'Ndrangheta, operazione "Crimine"

si è costituito il latitante BelloccoHa deciso di presentarsi spontaneamente al carcere di Palmi, Domenico Bellocco, ricercato nell'ambito dell'operazione Crimine

26/10/2010 Si è presentato questa mattina al carcere di palmi Domenico Bellocco, esponente di spicco dell’omonimo clan della 'ndrangheta di Rosarno, latitante dal luglio scorso quando la Dda di Reggio Calabria emise a suo carico un provvedimento restrittivo nell’ambito dell’operazione Crimine». Domenico Bellocco è figlio del boss Michele indicato come uno dei capi della 'omonima cosca. L’operazione Crimine ha consentito, in particolare, di fare luce sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel tessuto economico della Lombardia.

Nessun commento:

Posta un commento