martedì 30 novembre 2010

Mafia ed estorsioni, 23 arresti a Partinico

Operazione dei carabinieri nel comune del Palermitano. Azzerata la cosca locale


PALERMO. I carabinieri del Gruppo di Monreale stanno eseguendo a Partinico, paese in provincia di Palermo, 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo nei confronti di presunti uomini d'onore della cosca locale accusati, a vario titolo, di mafia ed estorsione.

L'operazione, denominata "The End", nasce da un'attività investigativa che ha azzerato il mandamento mafioso di Partinico, importante crocevia tra le province di Palermo e Trapani, negli ultimi anni al centro di una vera e propria faida tra famiglie mafiose rivali. Il blitz vede impegnati 200 carabinieri del Gruppo, unità cinofile ed un elicottero del 9° Elinucleo di Palermo Boccadifalco.

Operazione The End,
torna in carcere il figlio del boss VitaleGiovanni, 28 anni, era stato scarcerato a marzo ma stanotte
è tornato in cella

 Era stato scarcerato a marzo scorso, ma è finito in cella stanotte, di nuovo, con l'accusa di associazione mafiosa, Giovanni Vitale, 28 anni, figlio dello storico capomafia di Partinico, Vito. Il raqazzo è tra i 23 arrestati del blitz dei carabinieri denominato "the end", che ha azzerato la cosca del palermitano. Una nuova ordinanza di custodia cautelare è stata notificata anche al fratello Leonardo che è però detenuto. Secondo gli investigatori Leonardo e Giovanni Vitale avrebbero sostituito il padre alla guida del mandamento mafioso. Dall'indagine è emerso che i due fratelli avevano il controllo capillare delle estorsioni, e delle attività illecite della cosca. Il taglieggiamento, nei confronti degli imprenditori edili, veniva realizzato attraverso l'imposizione della fornitura del cemento da parte di un'impresa compiacente: la Edil Village srl. I costruttori venivano costretti a rifornirsi da ditte compiacenti come la Edil Village di cemento e di materiale edile.

E’ stata l’operazione The end, la fine. Si’, perche’ le sirene delle Gazzelle dei Carabinieri di Monreale sono state i titoli di coda del film ‘’ La nuova mafia di Partinico ‘’. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, avrebbero azzerato la presunta metastasi criminale del crocevia mafioso tra le province di Palermo e Trapani, gia’ regno dei fratelli Vitale e di Mimmo Raccuglia. 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Mafia ed estorsione tra i capi di imputazione. A lavoro 200 Carabinieri, unita’ cinofile ed un elicottero. In manette anche due figli del boss Vito Vitale, inteso Fardazza, ex capo del mandamento di Partinico : Leonardo Vitale, 24 anni, gia’ in carcere nel febbraio scorso per rapina, e Giovanni Vitale, 28 anni, arrestato, poi scarcerato a marzo e sottoposto alla sorveglianza speciale. Giovanni Vitale, nonostante la giovane eta’, sarebbe il capo cosca. E cosi’ conferma il colonnello Pietro Salsano, comandante del gruppo Monreale, secondo cui : ‘’ malgrado gli arresti i Vitale hanno mantenuto il controllo del territorio ". Ed infatti. L’ inchiesta svela che i due fratelli Giovanni e Leonardo Vitale avrebbero impugnato il racket delle estorsioni e delle attivita’ illecite nel territorio. Un controllo capillare. Gli imprenditori della zona, a lavoro e per lavorare, sarebbero stati martellati e taglieggiati tramite l’ imposizione della fornitura del cemento e di materiale edile da parte di imprese compiacenti, come la Edil Village srl, gestita da Alessandro Arcabascio e Alfonso Bommarito, arrestati oggi. Sullo sfondo di tutto cio’ si solleva la nube della escalation di attentati che ha tormentato Partinico e dintorni nel corso degli ultimi mesi, fino alla marcia antimafia organizzata lo scorso 16 novembre. Le intercettazioni rivelano il vocabolario aggiornato della mafia. Ad esempio, la famiglia e’ ‘’ officina ‘’, ordinare un omicidio e’ ‘’ mettilo in ferie ‘’, compiere una estorsione e’ ‘’ tingere ‘’. Dunque, gli arrestati, oltre Leonardo e Giovanni Vitale, sono Francesco Alfano, Alessandro Arcabascio, Alfonso Bommarito, Gianfranco Brolo, Carmelo Culcasi, Francesco Paolo Di Giuseppe, Antonio Giambrone, Gioacchino Guida, Salvatore Lamberti, Antonio Lo Biundo, Lorenzo Lupo, Pietro Orlando, Elviro Paradiso, Roberto Rizzo, Santo Salvaggio, Alfonso Scalici, Francesco Tagliavia, Giovanni Battista Tagliavia, Ambrogio Corrao, e Roberto Pitarresi. Poi in carcere anche un insospettabile architetto di Palermo, Antonino Lu Vito, presunto ambasciatore dei boss tra il mandamento di Partinico e le famiglie di Palermo.

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