lunedì 22 novembre 2010

Racket dei Casalesi sul litorale Domitio "Rate" anche di 10mila euro: sei arresti

CASERTA (22 novembre) - Sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, sono state eseguite da agenti della Squadra Mobile di Caserta nei confronti di altrettanti esponenti della fazione del clan dei Casalesi, guidata da Francesco Bidognetti, detto 'Cicciotto e mezzanotte', operanti nella zona di Villa Literno (Caserta). Tra i destinatari anche il boss Giuseppe Setola, attualmente in carcere.


L'accusa per tutti è di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione continuata, aggravata dall'avere agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare il clan.

In particolare i destinatari dei provvedimenti restrittivi, secondo quanto accertato dalle indagini della Squadra mobile casertana, sarebbero responsabili di una serie di estorsioni praticate in modo capillare e sistematico sul litorale domiziano nel comprensorio di Villa Literno, nei confronti dei titolari di caseifici, pescherie, allevamenti ittici, depositi di fuochi d'artificio, imprese di costruzioni, rivendite di materiale edile, ma anche panifici, ditte di autotrasporto, rivendite di prodotti ortofrutticoli, distributori di carburante.

Le indagini sono iniziate nel dicembre 2008, dopo il sequestro a Vincenzo Catena, noto alle forze dell'ordine e affiliato ai Casalesi, di due fogli manoscritti sui quali era riportata una lista di trenta aziende; per ciascuna impresa era indicata una cifra che, come accertato in seguito, corrispondeva al rateo estorsivo versato o da versare.

La Squadra Mobile ha anche accertato che gli esattori del clan si presentavano a nome di Giuseppe Setola, capo dell'ala stragista del gruppo dei bidognettiani, nel periodo della latitanza, pretendendo somme variabili dai 1000-1500 ai 10.000 euro, secondo il giro d'affari e la consistenza economica delle aziende, e che i ratei estorsivi dovevano essere versati alle scadenze di Natale, Pasqua e Ferragosto.

Il 50% delle somme incassate, poi, doveva essere consegnato allo stesso Setola, tra i destinatari di uno dei provvedimenti restrittivi eseguiti questa mattina , mentre la metà residua veniva utilizzata per gli stipendi degli affiliati del gruppo locale

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