lunedì 20 dicembre 2010

'Ndrangheta, il capitano Spataro Tracuzzi la talpa del clan Lo Giudice

Arrestato a Livorno il capitano dell’Arma, al servizio dei fratelli Lo Giudice. Saverio Spataro Tracuzzi ammanettato dal Ros con l’accusa di corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa

20/12/2010 Notizie ai boss dei Lo Giudice in cambio di regali e denaro; un'accusa pesante quella della Dda di Reggio Calabria, che pesa sul capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Stracuzzi. I suoi colleghi del Ros di Reggio Calabria, sono andati a prenderlo a Livorno, dove era stato trasferito ad agosto scorso, dopo oltre dieci anni di lavoro in riva allo Stretto. L’uomo è stato inchiodato dalle dichiarazioni di due pentiti: il primo, Consolato Villani, affiliato del clan Lo Giudice che iniziò a parlare di lui in estate. Poche settimane dopo è stata la volta del boss della ‘ndrangheta Antonino Lo Giudice, che ha confermato le accuse del suo predecessore, spiegando tutta una serie di altri dettagli. Spadaro Tracuzzi, 51 anni, originario di Catanzaro, forniva informazioni al clan in cambio viaggi e vacanze, di abiti firmati e dell’uso di auto di lusso, Ferrari e Porsche Carrera e ad ogni occasione buona, si faceva pagare alberghi e voli aerei. Spadaro Stracuzzi teneva informati i boss sulle operazioni che stavano per scattare. Rivelava i nomi degli arrestati e li teneva aggiornati sulle inchieste che li riguardavano.

'Ndrangheta, il carabiniere "talpa" aveva in casa proiettili Nato

Il materiale scoperto dopo una perquisizione eseguita nell'abitazione di Livorno del capitano Saverio Spadaro Tracuzzi
 
Nella sua casa di Livorno aveva circa 200 proiettili non dichiarati, il capitano Saverio Spadaro Tracuzzi, arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla magistratura di Reggio Calabria con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Per lui l'accusa ora è anche di detenzione di munizioni da guerra.


Nel suo appartamento, perquisito durante l’arresto avvenuto nella notte tra sabato e domenica, i colleghi arrivati da Reggio Calabria hanno trovato oltre 200 proiettili sui quali sarebbe inciso il simbolo (una croce dentro un cerchio, una sorta di mirino) che identifica le dotazioni militari Nato. Si tratta di cartucce che possono essere utilizzate sia per le pistole sia per le mitragliette in uso ai carabinieri. Per legge i proiettili usati dai carabinieri (in servizio o nei poligoni) vengono certificati da uffici dell’Arma. Partiranno ora accertamenti per definire l’origine delle cartucce.

All’ufficiale contestata poi l’omessa denuncia di armi. Durante la perquisizione a casa, infatti, i carabinieri hanno trovato anche due pistole e un fucile da caccia che il capitano, dopo il trasferimento da Reggio Calabria alla Brigata Mobile di Livorno, non aveva ancora denunciato nella città toscana in cui viveva da alcuni mesi, come indica la normativa. Le armi erano state invece regolarmente denunciate in Calabria. Tracuzzi è tuttora detenuto nel carcere livornese delle Sughere: il suo interrogatorio di garanzia sarà davanti al gip di Livorno per rogatoria.

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