sabato 1 gennaio 2011

Capodanno di sangue, strage in Egitto Kamikaze contro la chiesa cristiana

Alessandria, almeno venti morti

Il Papa: "I fedeli vanno tutelati"

ROMA

Capodanno di sangue ad Alessandria d’Egitto, dove un attentato con esplosivo davanti ad una chiesa copta ortodossa alla fine della messa di mezzanotte ha fatto 21 morti e 8 feriti. Una strage che ha spinto papa Benedetto XVI a chiedere ai potenti del mondo di difendere i cristiani contro l’intolleranza religiosa.

È stato un duro colpo per la folta comunità cristiana d’Egitto, e una notte da dimenticare per i copti di Alessandria, bersaglio dell’esplosione all’uscita da una funzione religiosa per propiziare il nuovo anno. Un testimone oculare ha riferito di un «bagno di sangue», seguito da un via vai di ambulanze tra i corpi martoriati a terra. Cristiani e musulmani si sarebbero poi affrontati a colpi di bastone nelle strade adiacenti.

Ce n’è abbastanza per riportare alla memoria le minacce espresse nel novembre scorso dall’ala irachena di Al Qaida che, dopo aver rivendicato un sanguinoso attentato alla cattedrale siriaco-cattolica di Baghdad, aveva minacciato la comunità copta egiziana, particolarmente numerosa tra i cristiani del Medio Oriente. I terroristi islamici avevano ingiunto di «liberare» due cristiane egiziane «tenute prigioniere in monasteri» per impedire loro di convertirsi all’Islam. I copti sono fra il 6 e il 10% dei circa 80 milioni di abitanti dell’Egitto.

L’attentato della scorsa notte, che non è stato al momento rivendicato, è avvenuto a mezzanotte e mezza nel quartiere di Sidi Bishr della grande città affacciata sul Mediterraneo, davanti alla Chiesa dei Santi (Al-Qiddissine).

Inizialmente si era parlato di una autobomba (sarebbe stata la prima in Egitto), ma in mattinata il ministro dell’Interno ha detto che con ogni probabilità si è trattato di un kamikaze. Lo scoppio, fortissimo, è avvenuto quando i fedeli uscivano dalla chiesa e si è immediatamente propagato alle automobili vicine, esplose moltiplicandone l’effetto devastante. Il bilancio definitivo dei morti secondo il ministero della Sanità è di 21, più otto feriti. Dopo l’attentato, mentre le ambulanze facevano avanti e indietro per soccorrere le vittime, gruppi di copti esasperati hanno cominciato ad aggredire musulmani nelle strade circostanti.

Il ministero dell’Interno egiziano ha imposto misure di sicurezza durissime intorno a tutte le chiese e ha raddoppiato la presenza degli agenti per contrastare ogni eventuale attacco. Stretti controlli sono stati anche imposti al governatorato di Marsa Matruh, sul litorale e all’aeroporto del Cairo per impedire la fuga degli autori dell’attentato. «Lo sforzo islamico di ripulire il Medio Oriente dai cristiani è aumentato», scrive con amara ironia un sito copto. Al Azhar, invece, la più alta istanza dell’Islam sunnita, ha gettato acqua sul fuoco, condannando l’ attentato di Alessandria.

In un comunicato pubblicato dall’agenzia di stampa egiziana, il presidente egiziano Hosni Mubarak ha chiamato «gli egiziani, copti e musulmani, a conservare la loro unità di fronte alle forze terroristiche che minano la stabilità della patria e la sua unità».

L’ennesima strage di cristiani ha provocato anche la reazione di papa Benedetto XVI, durante la messa di Capodanno. Di fronte alle «discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani - ha detto il pontefice - ancora una volta rivolgo un pressante invito a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione». Per costruire la pace nel mondo «non bastano le parole, occorre l’impegno concreto e costante dei responsabili delle nazioni».

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