lunedì 10 gennaio 2011

Su Wikipedia la biografia e le storie dei nuovi capimafia

Dopo Riina e Provenzano, la vita privata, le dichiarazioni e le note giuridiche di Matteo Messina Denaro e Giuseppe Falsone nella più grande enciclopedia libera del mondo



PALERMO. Biografia dettagliata, citazioni, posizioni giudiziarie e anche notizie sul guardaroba e sullo stile di vita del superlatitante di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro, e del boss di Campobello di Licata, da poco catturato, Giuseppe Falsone. Tutto questo - secondo quanto riportato sul Giornale di Sicilia in edicola oggi - si trova adesso su Wikipedia, la più grande enciclopedia telematica del mondo, che già conteneva le storie dei capimafia storici, Totò Riina e Bernardo Provenzano.

Su Messina Denaro, Wikipedia scrive: «Il suo guardaroba tutto firmato, contiene abiti di Giorgio Armani e Versace, tutto ciò è l'emblema del suo esibizionismo che si scosterebbe dallo stile dei boss di una volta, ovvero quelli alla Totò Reina. Una differenza di stile, si ravvisa anche dalle sue relazioni sentimentali. Egli è infatti, conosciuto come un grande seduttore». E ancora tanti elementi sulla sua vita privata, le relazioni sentimentali più significative e sulla paternità. Il boss è stato inserito alla quinta posizione nell'elenco dei dieci latitanti più ricchi del mondo; e sempre Wikipedia cita la confidenza fatta ad un amico: «Con le persone che ho ammazzato, io potrei fare un cimitero».

Di Giuseppe Falsone, Wikipedia dice che è «un criminale italiano membro dell'organizzazione mafiosa siciliana Cosa nostra». Considerato uno dei capi di Cosa nostra nella Provincia di Agrigento,Falsone era nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia del Ministero dell'Interno dal gennaio 1999, fino all'arresto avvenuto a Marsiglia il 25 giugno 2010. Giuseppe Falsone, detto «Ling Ling», è il figlio di Vincenzo Falsone, l'indiscusso capo mafioso della città per molti anni, collegato a capi mafiosi come Giuseppe Settecasi, Carmelo Colletti e Giuseppe Di Caro. Solo un abbozzo, infine, per Domenico Raccuglia, il boss di Altofonte catturato nel novembre del 2009, considerato il latitante numero due dopo Messina Denaro.

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