martedì 8 febbraio 2011

LA MAFIACRAZIA GIOCA D'AZZARDO

L'indifferenza per i tempi, l'economia di flessibilità

Il disprezzo per il buon senso non può trovare giustificazione alcuna nel clima dinamico
della società, questa società che fa ammalare i giovani, la primavera della vita, il futuro del nostro presente, un presente assente, cieco e sordo ma soprattutto illuso.
In questo mondo non c'è nessuno di contento e per esserlo basta comprare un sogno e sognare, non aprire mai gli occhi diventa necessario, certamente non utile perché gli utili sono di
proprietà della mafiacrazia, che anche questa volta ha anticipato i tempi o solo
semplicemente ha influenzato gli eventi per poi imporli attraverso, e non solo, la
manipolazione cognitiva e tecnologica, così come avviene per la maggior parte dei
reati. Non s'impara a correggere gli errori, solo a ripeterli e con gli interessi in gioco.

Lucrare sulla fantasia di chi investe tempo e denaro sul gioco, quello d'azzardo,
illegale nel nostro diritto positivo, vietato in generale dall'art.718 del codice penale
(consentito in case da gioco dall'art.721 c.p.) ma che per magia si legalizza
semplicemente non attribuendo la qualificazione "d'azzardo" al gioco. Ci devono
essere tre condizioni perché si abbia un gioco definito "d'azzardo": una posta, denaro
o oggetto di valore messa in palio dal giocatore; impossibilità di ritirare questa posta
una volta messa in palio dal giocatore e infine il caso, nonché il risultato del gioco
che implicherebbe l'impossibilità di controllare il risultato di un evento. A me pare
che tutti i giuochi, nel rispetto della loro natura intrinseca, siano d'azzardo,
prescindendo da ogni considerazione e definizione formale dettata dal legislatore.

Insomma, alla fine vince sempre la logica di mercato e la logica criminale. La
maggior parte delle macchinette non sono a norma (fatto constatato da alcuni processi
in corso nel nostro Paese), perché risultano o disconnesse o non omologate. Possono
essere facilmente manipolate attraverso la clonazione dei codici identificativi, nonché
schede interne delle macchinette legali, queste poi sostituite in un secondo momento
da quelle clonate. Dunque l'inganno ai Monopoli: le informazioni arrivano lo stesso,
poiché la macchinetta risulta collegata, ma attraverso il canale illegale. In buona
sostanza, questo procedimento è lo stesso usato per taroccare o masterizzare i cd.

Risulta difficile rilevare l'alterazione, occorre essere pratici e specializzati in tecniche
informatiche, una semplice ispezione non sarebbe in grado di cogliere l'ingegno
criminale. Ancora una volta si è creato un circuito, tecnologico-informatico, tra
legalità e illegalità all'interno della quale è inserita la componenente "persona
corrotta" che per anni vanno latitando la criminalità; la conseguenza di questo
processo non sarebbe altro che la definizione del sistema politico.

Un'altra contraddizione viene alla luce se si considera il fatto che lo Stato si è reso
promotore e amministratore del gioco con l'obiettivo di incrementare le entrate
tributarie e cercare di sanare l'insanabile nonché il debito pubblico.

Domanda: ma il sistema tributario non è fondato sulla progressività dell'imposta sul reddito?,
risposta affermativa e il risultato è che chi ha meno versa di più ovvero il povero diventa
poverissimo e alla fine deciderà o di spararsi o viene sparato perché non in grado di
pagare i debiti d'usura mentre il ricco diventerà ricchissimo. Proseguendo in tal senso
questo meccanismo concorre a far diminuire la domanda interna di beni e servizi del
nostro apparato produttivo, offendendo l'economia; si assiste al passaggio del denaro
dal risparmio e dal consumo al consumo di dissipazione, dal valore aggiunto al valore
virtuale. In senso più generale, è altresì considerato un'attività contraria all'ordine
pubblico poiché alimenta la cupidigia per il denaro, il disprezzo per il lavoro, produce
comportamenti antisociali e aggressivi, l'abuso di sostanze, l'usura, le estorsioni, i
delitti cosicché le organizzazioni criminali possano realizzare il loro sogno ovvero
moltiplicare ogni entrata lecita del gioco, espandersi attraverso i vicoli interstiziali
leciti dell'azzardo e del gap di regolazione da parte dei Monopoli. Le mafie non sono
spettatori che se ne stanno buoni e in disparte a guardare tutto il denaro che circola
quà e là (si parla di miliardi di euro) perciò, come si sono infiltrate negli appalti e nei
rifiuti purtroppo sono sempre presenti, anche in questa (nuova) realtà; ma questo non
lo dico io ma i sequestri di beni nell'ambito di diverse operazioni. Se andiamo avanti
con questo passo temo che si potrà giocare anche alle Poste mentre si è in coda per
pagare le bollette.
Alla fine della fiera, giocare non dovrebbe essere né uno stile di vita né un lavoro.

Nessuno s'immagina, nessuno può descrivere quanto davvero goda l'uomo che sa
vivere su una collina, insieme ai doni della natura, con la gente rustica, con dei
semplici, che studia e si occupa di ciò che può rendergli senza dipendere per tutti quei
giorni che il destino riserva.

Monica Vaccari

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