venerdì 18 marzo 2011

Libia, lanciato l'ultimatum a Gheddafi: fine immediata attacchi a popolazione

Ultimo avviso da Francia, Usa, Gb e paesi arabi: pronti i raid aerei. Tripoli ordina il cessate il fuoco, ma le sue truppe avanzano verso Bengasi. Mobilitazione degli insorti


ROMA - Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e alcuni paesi arabi hanno lanciato stasera un ultimatum a Gheddafi chiedendo la fine «immediata di tutti gli attacchi» contro la popolazione e di fermare l'avanzata contro Bengasi e altre città in mano ai ribelli. Nel documento si chiede anche la riattivazione delle utenze di gas, elettricità e acqua staccate in alcune città ribelli.


«La risoluzione 1973 adottata dal Consiglio di sicurezza impone obblighi chiarissimi che devono essere rispettati - si legge nel messaggio reso noto dall'Eliseo - La Francia, con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e dei paesi arabi ritengono che debba essere applicato immediatamente un cessate il fuoco, ossia che tutti gli attacchi contro civili cessino. Gheddafi deve mettere fine all'avanzata delle sue truppe su Bengasi e ritirarle da Adjdabiyah, Misurata e Zawiyah. Il rifornimento di acqua, elettricità e gas deve essere ripristinao in tutte le zone. La popolazione libica deve poter ricevere l'aiuto umanitario. Queste condizioni non sono negoziabili. Se Gheddafi non si conforma alla risoluzione 1973 la comunità internazionale gliene farà subire le conseguenze e l'applicazione della risoluzione sarà imposta con mezzi militari».

Il ministro degli Esteri libico aveva annunciato in giornata un cessate il fuoco immediato per proteggere i civili in linea con la risoluzione dell'Onu sulla no fly zone. «Le truppe di Gheddafi alle porte di Bengasi non violano il cessate il fuoco annunciato oggi, che intendiamo rispettare - ha detto stasera il vice ministro degli Esteri Khaled Kaaim - La presenza dell'esercito nelle città libiche serve a garantire la sicurezza dei civili contro le bande armate dei ribelli. Essa non viola il cessate il fuoco. La tregua significa nessuna operazione militare, piccola o grande. D'altra parte le forze armate sono alle porte di Bengasi ma non hanno intenzione di entrare in città».


Le forze fedeli a Gheddafi fino a stamani hanno bombardato Misurata. Dopo aver passato l'intera notte ad attaccare la città con armi pesanti, questa mattina erano ripresi gli attacchi contro la città della Tripolitania, 200 chilometri da Tripoli. Poi, dopo l'annuncio di un imminente attacco francese, il cessate il fuoco. Si conterebbero almeno 25 morti. Una fonte degli insorti ha detto che blindati hanno bombardato Misurata per oltre tre ore e che i lealisti vogliono usare civili come scudi umani. Combattimenti anche a Nalut e Zenten, due cittadine della Libia occindentale, sotto il controllo dell'opposizione. Le forze del regime hanno attaccato ieri sera Zenten, 145 chilometri a sud-est di Tripoli. I combattimenti sono continuati questa mattina, ha riferito all'agenzia France presse un testimone. «Gheddafi - ha detto - sta inviando dei giovani senza esperienza che non conoscono questa regione montagnosa. Le sue forze hanno subito importanti danni». A Nalut, i ribelli hanno attaccato ieri sera una posizione dei partigiani del colonnello e hanno preso tutte le loro armi e munizioni.

Le truppe di Gheddafi continuano l'avanzata verso Bengasi nonostante il cessate il fuoco. Al Jazeera in serata riferisce che le truppe lealiste stanno combattendo con i ribelli nelle città di Al Malgrun e Slouq, a circa 50 chilometri da Bengasi. Una forte esplosione e tiri di contraerea sono stati avvertiti in città.

Lo stato maggiore degli insorti ha invitato le proprie forze a dirigersi verso la cittadina di Al Malgrun «per bloccare l'avanzata» delle truppe governative. Al Malgrun si trova a una cinquantina di chilometri a ovest di Bengasi ed è considerata l'ultimo bastione in mano ai rivoltosi: se dovesse cadere, le forze di Gheddafi avrebbero via libera. L'appello è stato diffuso dalla radio controllata dagli insorti. Poco dopo un giornalista dell'agenzia Afp ha visto una colonna di decine di autoveicoli con a bordo centinaia di uomini armati mettersi in marcia in direzione di Al Malgrun.

Usa: Gheddafi viola il cessate il fuoco. Le truppe di Gheddafi stanno avanzando verso Bengasi, malgrado la proclamazione del cessate il fuoco, rende noto un alto ufficiale della Sicurezza Nazionale americana.

Raid aerei internazionali contro il regime di Gheddafi avverranno «in tempi rapidi, probabilmente nelle prossime ore», ha annunciato il portavoce del governo di Parigi, Francois Baroin. All'intervento, che vede la Francia in prima fila, sono pronti a partecipare Paesi come Gran Bretagna, Norvegia, Qatar ed Emirati arabi per attuare la no fly zone. Nel voto della risoluzione 1973, la Germania si è astenuta assieme a Russia, Cina, India e Brasile.

La Francia insiste nella richiesta di evitare un coinvolgimento della Nato. «La posizione della Francia - ha dichiarato il portavoce del Quai d'Orsay, interpellato dall'agenzia France Presse - è stata costante fin dall'inizio. Non pensiamo che sia un buon segnale che la Nato in quanto tale intervenga in un Paese arabo». Fin dall'inizio della crisi libica, la Francia si era detta contraria a un intervento militare da parte della Nato, che secondo Parigi sarebbe stato percepito in modo negativo, come una sorta di gesto neo-coloniale, dai Paesi arabi. La diplomazia francese, come quella inglese, chiede piuttosto un coinvolgimento esteso, che comprenda anche la Lega Araba e l'Unione Africana, sotto l'ombrello delle Nazioni Unite.

Gli Stati Uniti hanno «molti dubbi» sul fatto che in Libia sia in atto un cessate il fuoco da parte delle autorità libiche, ha detto il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. «Non siamo interessati nè colpiti dalle parole» del leader libico e di suo figlio - ha detto Hillary Clinton - «e vogliamo vedere azioni concrete sul terreno» che comprovino che in Libia è stato messo in atto un cessate il fuoco. «Continueremo a lavorare con i nostri partner della comunità internazionale per fare pressione su Gheddafi affinchè se ne vada e per sostenere le legittime aspirazioni del popolo libico. Gheddafi ha perso ogni legittimità. La risoluzione Onu per una no fly zone era un passo necessario per fermare le violenze di Muammar Gheddafi contro il suo stesso popolo. Non ci ha lasciato altra scelta. Continueremo a esercitare pressione su Muammar Gheddafi affinchè se ne vada. Il risultato finale della risoluzione Onu deve essere la caduta del leader libico dal potere».

L'Unione Europea è «pronta ad attuare la risoluzione» 1973 sulla Libia approvata ieri seri dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che prevede la no fly zone e tutte le misure necessarie per proteggere i civili, hanno assicurato stamani in una nota congiunta il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e l'Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, precisando che «il Consiglio europeo del 24 e 25 marzo ed il Consiglio affari esteri del 21 discuteranno la situazione in Libia e prenderanno le decisioni necessarie in proposito».

Il rais libico, poco prima dello stop ai bombardamenti, aveva lanciato un avvertimento contro ogni attacco alla Libia, promettendo di «trasformare in un inferno la vita» di coloro che oseranno compierlo. «Se il mondo è impazzito, diventeremo matti anche noi. Risponderemo. Trasformeremo la loro vita in un inferno», ha dichiarato Gheddafi in un'intervista concessa alla tv portoghese Rtp qualche ora prima che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu approvasse la risoluzione che autorizza l'uso della forza in Libia. «Cos'è questo razzismo, questo odio? Cos'è questa pazzia?» si è chiesto il Colonnello.

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