martedì 1 marzo 2011

Yara, un supersospettato tra i testimoni Autopsia: no evidenza violenza sessuale

Ferite anche su braccia e polsi: la 13enne si è difesa. Una decina le posizioni sospette. Al vaglio l'ipotesi soffocamento

ROMA - Mentre non si placano le polemiche sulle ricerche della giovanissima Yara Gambirasio e gli investigatori ammettono la perdita di tempo durante le indagini, l'attenzione si concentra su uno dei 500 testimoni ascoltati dal 26 novembre a oggi, scrive oggi il nostro inviato Nino Cirillo, un “supersospettato” che viene marcato stretto in attesa di un errore.


Si è conclusa intanto questa notte all'Istituto di medicina legale di Milano la parte più importante dell'autopsia. Le analisi anatomopatologiche proseguiranno oggi e nei prossimi. L'obiettivo è ottenere indizi utili da comparare poi con una rosa di profili di persone sospette già individuate nel corso dei tre mesi di indagine, si parla di una decina. Non è detto che gli eventuali indizi emersi (tracce organiche come brandelli di pelle, liquidi biologici, capelli,...) corrispondano ai profili già individuati. Ma questa, al momento, parrebbe essere la principale speranza degli inquirenti per dare una svolta alle indagini.

Prima del ritrovamento del corpo gli investigatori hanno sentito oltre cento persone, spesso risentendole una seconda o terza volta. Questo ha permesso di acquisire molte decine di profili biologici, una rosa che ora dovrà essere confrontata, se possibile, con quella dell'assassino. La convinzione di alcuni investigatori è che a uccidere la ragazza sia stata una persona sola, conosciuta o sconosciuta non si sa. Ma la grande speranza è che le tracce che potrebbero evidenziarsi nelle prossime ore e nei prossimi giorni dagli esami di medicina legale siano compatibili con qualcuno di quei profili.

Sul corpo di Yara non ci sarebbero segni evidenti di violenza sessuale. L'esame autoptico avrebbe confermato le prime indicazioni emerse subito dopo il ritrovamento del cadavere. Per avere la certezza che non vi sia stata violenza, però, bisognerà attendere i risultati dei complessi accertamenti che sono stati eseguiti.

Sul corpo ci sarebbero «più ferite» d'arma da taglio, in particolare sulla braccia e sui polsi, a conferma di un disperato tentativo di difendersi. L'autopsia confermerebbe così le prime ipotesi degli investigatori. L'esame autoptico avrebbe infatti stabilito che oltre alle ferite individuate nel corso del primo esame - almeno 6: una sul collo, una sul polso e quattro sulla schiena - ce ne sarebbero altre, in particolare su polsi e braccia. Tutte compatibili con un'arma da taglio.

C'è anche il soffocamento tra le ipotesi al vaglio dei medici legali. L'esatta causa della morte non è stata infatti ancora definitivamente accertata. Le lesioni compatibili con delle coltellate, sono quattro sulla schiena, ma non sono state la causa del decesso, e una più profonda al collo. Ma da una serie di altri segni non si potrebbe escludere nemmeno l'ipotesi del soffocamento. Per avere un quadro certo ci vorranno alcuni giorni.

Cristina Cattaneo, che ha condotto l'esame autoptico, si è rifiutata di rispondere ad ogni domanda. «Io ho il veto assoluto - si è limitata a dire l' antropologa forense - non posso e non voglio dirvi nulla su questa vicenda, perché è a rischio anche la credibilità di quello che dirò poi un domani. C'è un magistrato competente su questo caso, chiedete a lei, è l'unica persona che può dire qualcosa: io non posso dire nulla, perchè, come voi capite, ho un mestiere da difendere».

La Procura: per avere certezze serviranno giorni. Di fronte alle prime indiscrezioni sulle risultanze autoptiche prendono posizione anche gli inquirenti, che precisano, «una volta per tutte», che per avere certezza ci vorranno dei giorni. Fonti vicine alla procura della Repubblica di Bergamo hanno confermato che il lavoro fatto finora, pur se importantissimo, non permette da solo di dare risposte certe e che quindi bisognerà attendere dei giorni anche per fare un punto della situazione con la stampa.

Intanto è stata estesa l'area di via Rampinelli vietata agli operatori televisivi. Il provvedimento è stato preso dopo che intorno alle 13, alcuni operatori avevano filmato un'auto con a bordo la mamma di Yara, Maura Panarese, che stava rientrando a casa. La strada di villa Gambirasio è sempre stata presidiata dalla forze dell'ordine. Dai giorni successivi la scomparsa della ragazzina, era stato impedito l'accesso a via Rampinelli, nel tratto chiuso che porta all'abitazione.

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