sabato 2 aprile 2011

Buco da 500mila euro alla biblioteca regionale

BARI - Ventimila euro per partecipare al restauro del film «Idillio Infranto», altri 23.400 per il documentario «Ferrhotel», 5.660 spesi per pagare una traduzione chiesta da una ex consigliera. In tutto 109 fatture, che hanno aperto un buco da 479.000 euro nei conti della Teca del Mediterraneo, la biblioteca del Consiglio regionale. Dove i soldi pagati dagli utenti per le fotocopie o per il prestito dei libri finivano su un conto corrente della Bnl, collegato ad una carta di credito che era nella disponibilità di un dirigente ora in pensione.


Così, dopo la scoperta del «buco», ai funzionari di via Capruzzi non è rimasto altro da fare che metter mano al portafogli e pagare i debiti. Ma la relazione di servizio è finita alla Corte dei Conti ed all’avvocatura regionale, che ha mandato tutte le carte in procura.

Il fascicolo amministrativo allegato alla variazione di bilancio necessaria a pagare i debiti parla di «anomala gestione finanziaria e contabile», ma i contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire. A fine ottobre, dopo il pensionamento del dirigente Waldemaro Morgese, gli uffici scoprono un’ottantina di fatture non protocollate che riguardano servizi richiesti dalla biblioteca «senza un preventivo impegno di spesa». L’ispezione porta a quantificare il debito in poco meno di 480mila euro, che però diventeranno molti di più se si pensa che manca la copertura economica anche sui rinnovi dei contratti stipulati per il 2011.

L’elenco delle spese è sterminato. Monografie, documentari, convegni, pubblicità sui giornali. Anche un contratto di sponsorizzazione con un’associazione di Lecce che ha pure chiesto i danni. Per non parlare di alcune fatture pagate due volte, sempre con la firma dell’ex dirigente. Che, alla richiesta di chiarimenti presentata dagli uffici, ha respinto per iscritto tutti gli addebiti: la Teca «presenta esigenze difficilmente comprimibili nel limitato budget che le è stato assegnato» e quelle 109 fatture si riferiscono ad «attività che hanno dato luogo a servizi e/o prodotti culturali di pregio a totale beneficio dei cittadini e di ampia risonanza».

Ma c’è poi il problema del conto corrente aperto nel 2008 presso la Bnl, di cui Morgese aveva una carta di credito. L’ispezione scopre che il compito di curare l’amministrazione era stato affidato ad una ragioniera, dipendente di una delle cooperative appaltatrici del servizio. Dove sono finiti i soldi pagati dagli utenti? Gli uffici non ne hanno idea. Il 30 dicembre la ragioniera ha riconsegnato 13 euro in monetine e altri 1.640 contenuti in una busta che custodiva in borsa («per non farmeli rubare»): le somme - ha scritto in una lettera la contabile - «sono in parte servite per il pagamento di operazioni di modesta entità». Ma senza che sia mai stato compilato un registro giornaliero degli incassi, se non un semplice tabulato in Excel. Ed il buco, come detto, è destinato ad allargarsi: l’indagine ha scoperto «un congruo numero di organismi esterni ospitati presso Teca, di cui utilizzano gratuitamente spazi fisici, strumentazione telefonica, informatica, materiale di consumo e quant’altro necessario». Tanto poi paga Pantalone

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