giovedì 28 aprile 2011

Esplosione e morte in un caffè, strage di stranieri a Marrakech

PeaceReporter: arrestato un uomo, visto nel locale con una valigia poco prima della detonazione

La polizia marocchina avrebbe arrestato un uomo sospettato di aver provocato l'esplosione avvenuta stamattina a Marrakesh, nella quale sono morte 17 persone, mentre i feriti sono una ventina. Si tratterebbe dunque di un attentato, e non di un incidente, come già aveva anticipato in giornata il ministro dell'Interno locale. A darne notizia è PeaceReporter, che cita Hespress, un sito web marocchino di news.

La detonazione è avvenuta nel caffè "Argana", frequentato soprattutto da turisti. L'uomo, secondo quanto riferito da Hespress, "si trovava nel locale prima dell'esplosione con una grossa valigia, e ha chiesto un'aranciata a un cameriere, per poi allontanarsi". In base alla testimonianza di un fotografo della Reuters presente sul posto, vi sarebbero brandelli umani sparsi tutt'intorno all'edificio. Di quest'ultimo, il primo e il secondo piano sarebbero andati distrutti.

Si tratta di un attacco che avrà conseguenze gravi per l'economia locale, basata per lo più sul turismo, e ancora impegnata a riprendersi dalla crisi che ha colpito i mercati di tutto il mondo. "Marrakesh è la meta turistica più importante di tutto il Marocco - ha commentato il proprietario francese di un ristorante cittadino - e il caffè 'Argan' era uno dei più celebri della zona".

Così il terrorismo ha colpito nel cuore turistico del Marocco, finora risparmiato dalle rivolte che stanno sconvolgendo Nord Africa e Medio Oriente.

L’attentato è il più sanguinoso degli ultimi otto anni in Marocco e le prime ipotesi parlano di terrorismo internazionale di matrice islamica. Tra le vittime, secondo la tv di stato marocchina, ci sono dieci stranieri, di cui sei francesi e quattro di altre nazionalità per ora non precisate ma si esclude che si tratti di italiani.

L’esplosione è avvenuta nella terrazza panoramica del caffè «Argana», nel centro della più importante città imperiale marocchina: il locale si affaccia sulla piazza ’Jemaa el Fna', cuore pulsante della città e patrimonio dell’umanità secondo l’Unesco, ed è stato colpito poco dopo le 10.30, in un momento in cui era molto affollato di turisti che stavano facendo colazione o prendendo il te marocchino. L’ordigno ha distrutto il primo dei due piani dell’edificio, lasciando quasi indenne il pianterreno.

«Ho sentito un’esplosione molto forte», ha riferito un fotografo dell’agenzia Reuters che era sul posto: «quando mi sono avvicinato - ha aggiunto - ho visto corpi smembrati che venivano portati fuori dal locale». All’interno, le consuete scene di macelleria terroristica colme di sangue, detriti, urla dei feriti, cadaveri portati via in sacche nere e caricati da ambulanze sotto il flash dei fotografi. Il re Mohammed VI del Marocco ha subito ordinato un’inchiesta, da condurre «con tutta la rapidità e la trasparenza necessaria».

Fonti della sicurezza marocchina e della prefettura di Marrakesh, basandosi sul ritrovamento di chiodi sparati dall’ordigno nei corpi delle vittime, hanno accreditato la pista dell’attentatore kamikaze isolato. L’ipotesi è avvalorata anche da una testimone oculare che avrebbe visto il kamikaze bere un’aranciata prima di farsi esplodere. Secondo altri testimoni però la bomba è stata lasciata in una borsa nel locale da un uomo, sembra accompagnato da un complice, che poi ha lasciato il locale.

«Siamo di fronte purtroppo ad un ulteriore pesante prezzo di sangue che persone innocenti hanno dovuto pagare al terrorismo internazionale», ha commentato il ministro degli Esteri Franco Frattini.

Di recente erano state registrate minacce del braccio maghrebino di Al Qaida per arresti di integralisti islamici, ma non vi sono rivendicazioni nè le autorità si sbilanciano sulla possibile matrice islamica riconoscibile secondo analisti di questioni di sicurezza.

È certo però che si tratta del più grave attentato nella storia recente del Marocco, dove negli ultimi anni si è intensificata l’attività di cellule e gruppi di ispirazione jihadista. Il più grave resta quello del 16 maggio 2003, quando attentatori suicidi fecero esplodere almeno cinque ordigni a Casablanca, colpendo un ristorante spagnolo, un hotel di lusso, e un centro della comunità ebraica. Le bombe uccisero 45 persone, tra cui 13 terroristi. Circa 60 persone restano ferite.

L’attentato potrebbe avere effetti drammatici sul turismo, proprio come avvenne dopo le bombe di Casablanca, colpendo la principale fonte di reddito del Marocco, l’anno scorso visitato fra l’altro da 210 mila italiani. Il paese, con 32 milioni di abitanti, è già alle prese con la crisi economica ma è stato risparmiato dalle rivolte che hanno travolto la confinante Tunisia ed il vicino l’Egitto: le manifestazioni che nelle scorse settimane hanno reclamato più democrazia sono state finora tenute sotto controllo grazie a promesse di riforma da parte del re.

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