sabato 25 giugno 2011

Il killer della porta accanto "A noi sembrava un tipo a posto"

La portinaia di casa: «Bello, bravo, gentile. Uno da invitare, che vedi e vorresti come figlio»

MILANO
Riccardo che gioca con il bimbo di una vicina, alunno della sua mamma. Riccardo che tiene la porta a chi entra nel condominio. Riccardo che aiuta la signora con il cagnolino e le porta le buste della spesa. Riccardo che sorride. Nello sguardo di chi conosce Riccardo Bianchi, 20 anni, non ci può essere l’immagine di un assassino. Non trova corpo la ferocia di ventitré coltellate al suo amico, non trova anima la crudeltà di legare, soffocare, abusare della sua ex fidanzata. Studente e lavoratore Riccardo: «Bello, bravo, gentile. Uno da inviare, che vedi e che vorresti come figlio», dice in lacrime la portinaia di via Marchesi 13, estrema periferia ovest di Milano, dove l’altra notte Ricky è tornato per chiedere aiuto alla sua famiglia dopo aver combinato «un casino».

C’è chi non conosce quel ragazzo dagli occhi nocciola nel condominio con i giardini in fiore e le panchine di pietra, ma nessuno degli altri crede che quel ragazzo alto ed esile, riservato ma gentile possa aver ucciso. «Certo non sembrava uno sballato - racconta Andrea, 22 anni, che strabuzza gli occhi quando capisce – suonava la chitarra, non frequentava la zona e anche quando eravamo piccoli non giocava con noi»; «Un bravissimo ragazzo, non credo che possa aver fatto qualcosa di male», dice un vicino, «Siamo mamme – piange una donna – come possiamo pensare che un ragazzo abbia potuto fare questo a due ragazzi?». E anche gli amici di Ilaria e Gianluca, con la rabbia negli occhi e nelle parole, raccontano di Ricky come di uno «tranquillo, uno come noi» con cui giocavano a biliardino, mangiavano il gelato, ridevano fino a poche settimane fa. Anche se da due mesi non lo vedevano più alla Vecchia Cesano, il bar trattoria frequentato dai due fratelli uccisi e dalla loro comitiva, perché Ilaria si era stancata e non ne voleva più sapere di lui. Nessuna scenata, nessun altro fidanzato: «Erano rimasti tutti amici». Mercoledì sera però Ricky si era rifatto vivo, aveva incontrato Gianluca e Francesco, un altro amico a lungo sentito ieri dagli inquirenti l’ultimo a vedere vittima e carnefice, e avevano passato la serata insieme. Avevano passato la serata a bere: «Ti voglio bene, ti voglio bene» ripeteva il ragazzo che stava per diventare killer all’amico, a Francesco era sembrato strano lo sguardo di Ricky. E ieri agli amici diceva: «Se fossi rimasto avrei potuto morire anche io».

È forse in quella notte di mercoledì, dopo una bevuta fra amici, che è iniziata la tragedia. Francesco è andato via poco l’una e mezza e di Gianluca e Ilaria non si è saputo più nulla se non un sms arrivato al compagno di lavoro del ragazzo: «Oggi non vengo a lavorare». Eppure Ricky, che tifava Milan e ammirava Gandhi, non era mai stato aggressivo con Ila: «Era forte si sarebbe difesa» spiega Alice; «No, no è mai stato violento», sostiene Stani «ma non veniva più qui. Non c’è stata nessuna litigata».

Sul suo profilo di Facebook ci sono gli ultimi pensieri di Riccardo, scriveva poco negli ultimi tempi il venetenne che amava gli Articolo 31 e aveva messo trai suoi film preferiti il Padrino. Non c’erano più gli sfottò agli interisti, le battute al suo amico Gianluca, gli scambi con Ila. Ultimamente Ricky aveva stretto qualche amicizia, aveva messo un link per prendere in giro Jovannotti e anche l’ex ragazza ci aveva scherzato su. Era solo il 10 maggio. L’ultima riflessione del bravo ragazzo è di qualche giorno fa su una nota sulla relatività della vita postata da un altro amico. Scriveva Ricky occhi tristi: «Cioè sei invidioso di ki ha tutto e ti senti mejo a guardare chi sta peggio.. Nn vorrei mai essere al posto di ki ha avuto piu di me xkè nn saprei più dare un giusto valore alle cose! allo stesso tempo penso ke chi ha avuto meno di me s...ia da ammirare xkè quel poco ke ha se lo è guadagnato cn le sue forze qndi è senz’altro più in gamba di me x esperienze di vita!». E subito sotto Ila aveva scritto: «Nn sn d accordo..se avessi potuto scejere la mia vita nn avrei certo scelto qsta! l’unica cs ke ho potuto scegliere é qlla d tenermi il mio lato da bambina e poter fare qllo ke nn m è stato concesso prima..e d riuscire ankora a divertirmi e sorridere!»

GIOVANNA TRINCHELLA

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