martedì 28 giugno 2011

Stop alla holding delle estorsioni

Imponevano pizzo anche a “sfasciacarrozze”

NAPOLI - I carabinieri hanno eseguito 10 degli 11 arresti disposti dal gip del tribunale di Napoli nei confronti di elementi di spicco e affiliati del clan Casella, considerato satellite del clan Sarno, il primo attivo nell'area est di Napoli ed il secondo che dalla zona di Ponticelli ha esteso la sua influenza anche nell'hinterland. L'intesa operativa tra i due clan, soprattutto per le estorsioni, si era allargata anche al clan Mazzarella del quartiere Mercato e al potente clan Contini.


In particolare il 'pizzo', oltre che ai commercianti e a piccoli imprenditori, veniva imposto anche ai titolari dei cosiddetti 'scassi', in genere ubicati sotto i ponti della tangenziale nell'area industriale di Napoli, dove vengono portate autovetture non più circolanti, da demolire o rubate, e nei quali si effettua una compravendita più o meno legale di pezzi di auto. Smantellate anche due piazze di droga. Le accuse contestate nell'ordinanza di custodia cautelare, sono, a vario titolo, quelle di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e spaccio di stupefacenti.

L'indagine ha abbracciato un arco temporale che va dal novembre 2008 all'aprile 2009, ed è basata su tecniche tradizionali oltre che su dichiarazioni di pentiti. Il gip aveva emesso 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, ma una persona è sfuggita all'arresto; 4 provvedimenti sono stati notificati in carcere a persone già detenute. Tra i destinatari della misura cautelare, il reggente del clan, Domenico Casella, il suo luogotenente Massimo Di Siena, ma anche la moglie del boss Vincenzo Sarno, Patrizia Ippolito, e il genero, Luigi Briolo.

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