venerdì 21 ottobre 2011

Camorra, boss calabrese pentito rivela: «Pasquale Scotti è morto nel 1984»


NAPOLI - Pasquale Scotti, della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, il latitante più longevo d'Italia, sarebbe morto nel 1984. A dirlo ai magistrati della Dda di Catanzaro, scrive oggi la Gazzetta del Sud, è stato Franco Pino, boss della 'ndrangheta di Cosenza divenuto collaboratore di giustizia.


Scotti è ricercato dal 1985 ed il suo nome è inserito nell'elenco dei dieci latitanti più pericolosi d'Italia. Dal 1990 le sue ricerche sono state estese anche all'estero. Pino ha raccontato ai magistrati che Scotti «è una persona che dovrebbe essere morta. Lo danno per disperso ma è morto».

«Questo - ha raccontato Franco Pino secondo quanto riporta la Gazzetta - ha fatto finta di essere un collaboratore, è scappato e successivamente l'hanno dato per latitante, però per quello che so io è morto». Pino ha riferito che negli anni '80, quando Scotti era «capodecina» della Nco di Cutolo, molti affiliati al clan napoletano villeggiavano a San Lucido, sulla costa tirrenica cosentina, protetti dal boss dell'epoca Nelso Basile, ucciso in un agguato sotto casa nel 1983. Ed in quel periodo avrebbero anche partecipato ad azioni di fuoco a Cosenza quando era in atto la guerra tra i clan della 'ndrangheta Perna-Pranno da una parte e Pino-Sena dall'altra. Tra loro, ha detto Pino, «c'era una persona di Napoli molto pericolosa, Sergio Bianco, che aveva ammazzato 200 o 300 persone».

Il collaboratore ha anche sostenuto che Basile fu ucciso «proprio perchè ha portato troppi napoletani. È stato ammazzato Basile e sono stati allontanati definitivamente i napoletani da Cosenza».

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