giovedì 24 novembre 2011

Iannilli: "L'ex onorevole era la mia spia all'Enav"

Il commercialista, accusato di frode fiscale, in cambio di 15mila euro al mese dati all'ex deputato Pdl, Ilario Floresta, sapeva tutto in anticipo. Ai magistrati ha confermato che le nomine erano frutto di una spartizione politica


Le nomine, all'interno di Enav e delle controllate Finmeccanica, erano semplicemente una questione di spartizione politica dei posti. Lo ha riferito, in un interrogatorio del 30 novembre 2010, Marco Iannilli. In particolare, il commercialista coinvolge Ilario Floresta (ex deputato Pdl) perché lo informasse cosa avvenisse nei cda, e in anticipo dell'ordine del giorno delle sedute, in cambio di 15mila euro al mese.


La lottizzazione era la prassi usuale. Martini "è uomo molto vicino a Borgnoni e Matteoli"; e Gabellini, "chiamato il 'comunista', era espressioni di un'area di sinistra". Poi c'era Piatti "espressione della Lega", "Testa di An", assieme a Martini, "Floresta del Pdl" e Pugliesi "dell'Udc". Dopo Lorenzo Borgogni e Lorenzo Cola, il primo capo delle relazioni esterne di Finmeccanica, autosospesosi, il secondo ex consulente e uomo del presidente Pierfrancesco Guarguaglini, anche il commercialista Marco Iannilli conferma la spartizione politica dei posti.

Iannilli è in carcere da sabato scorso, assieme al dirigente di Selex Manlio Fiore. Nei suoi confronti l'accusa è frode fiscale: secondo la procura ha emesso tre false fatture della sua società, l'Arc Trade, per un totale di 800mila euro. Soldi che, dice Iannilli, su richiesta di Cola al quale li consegnò, sarebbero dovuti finire a Borgogni. Interrogato dal gip ha ammesso le false fatturazioni, ma è in un verbale del 30 novembre scorso che conferma l'impianto accusatorio.

L'incontro con Micciché
Floresta a febbraio 2010 chiama Iannilli, informandolo di un suo incontro con Gianfranco Micciché, all'epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe (il comitato interministeriale che gestisce ingenti fondi). L'incontro ha successo e Iannilli informa subito il suo referente, Cola. Anche Floresta telefona a Iannilli, soddisfatto per il buon esito del colloquio.

"La nomina all'interno del Cda di Enav - ha raccontato - risponde a criteri di rigida lottizzazione" che coinvolge tutti i partiti. Ed era Finmeccanica che, attraverso Borgogni "e i contatti politici di cui costui notoriamente disponeva", "condizionava" le nomine. Il diretto interessato - che in un'intervista a Panorama non nega di aver iniziato una collaborazione con la procura di Napoli ("ho ritenuto doveroso rispondere alle domande poste nella misura in cui fossi a conoscenza delle circostanze"), dà una versione non troppo diversa, anche se sminuisce il suo ruolo. "I rapporti con la politica rappresentano la norma; i singoli politici avevano interesse a mantenere i livelli occupazionali e agevolare lo sviluppo delle nostre attività. In tale contesto i rapporti con i vertici della politica erano gestiti direttamente dai vertici dell'azienda".

Una conferma al racconto del commercialista, seppur indiretta, arriva anche da Antonio Di Pietro. "Anche noi siamo stati contattati per avere qualche tozzo di pane - dice infatti il leader dell'Idv - ma abbiamo detto no. Perché rifiutiamo di partecipare alle lottizzazioni e condanniamo questo sistema corrotto".

Al centro dell'interesse dei magistrati ci sono in particolare una decina di appalti assegnati tra il 2005 e il 2010 senza gara pubblica da Enav a Selex sistemi integrati (l'azienda di cui è Ad Marina Grossi) e a loro volta subappaltati a diverse società. Quelle già coinvolte come la Print System (quella dell'imprenditore Di Lernia), l'Arc Trade e Techno Sky ma anche altre affidatarie. L'ipotesi dei pm e' sempre la stessa: con il meccanismo delle sovrafatturazioni sono stati creati fondi neri che servivano a garantire la mazzetta a manager e politici.

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