giovedì 17 novembre 2011

Murgia, nuovo colpo al tesoro dei clan sequestrati 23 milioni


GRAVINA - Nuovo colpo ai patrimoni realizzati con gli introiti di attività criminali dei clan della Murgia, principalmente di Gravina, che a lungo hanno spadroneggiato e che hanno dominato negli anni '80 e '90. Beni immobili per circa 23 milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri ad Altamura e Gravina su disposizione del Tribunale di Bari nell'ambito del «pacchetto sicurezza». In particolare, un'altra sala ricevimenti ad Altamura, diverse aziende, terreni ed appartamenti.

È stata applicata ancora la normativa antimafia sulle misure di prevenzione patrimoniale. Il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale ha eseguito un sequestro anticipato finalizzato alla confisca, a seguito di un provvedimento emesso dalla sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Bari (collegio composto dal presidente Francesca La Malfa e dai componenti Marrone e Mattiace) su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo.

Destinatario della misura patrimoniale è Saverio Sorangelo, 57enne di Gravina, con numerosi pregiudizi penali, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza. Fu coinvolto nel 2001 nella maxi operazione antimafia denominata «Canto del Cigno» perché ritenuto «compartecipe», come braccio economico, della criminalità organizzata di Gravina (clan Mangione, Gigante, Matera). È a questi gruppi, soprattutto ai Mangione, che fanno capo i numerosi altri sequestri che si susseguono da un anno a questa parte e che hanno interessato ditte, immobili e società edili di Altamura, Gravina e villette in costruzione a Turi nonché affari anche in altre regioni. Un filone investigativo che si sta rivelando molto fecondo e che equivale ormai ad un patrimonio sequestrato complessivo che si avvicina ormai ai 100 milioni di euro.

Le indagini hanno messo a confronto i redditi dichiarati, esigui, con l'ingente capacità e liquidità finanziaria dimostrata da Sorangelo, capace di ottenere un notevole ritorno dagli investimenti, soprattutto in attività di ristorazione ma anche edili. In pratica, secondo i carabinieri, venivano messe in atto operazioni di «money laundering» (riciclaggio di danaro) attraverso numerosi reinvestimenti di natura apparentemente lecita.

Nel sequestro spicca la sala ricevimenti e resort «La Dimora dei Templari» in contrada Sgarrone ad Altamura. Ci sono otto immobili tra Altamura e Gravina che consistono in appartamenti e terreni. Sequestrate anche società: una ditta di costruzioni a Gravina, due di bar e ristorazione ad Altamura e Gravina. Inoltre sette auto di cui quattro di grossa cilindrata (Mercedes e Bmw), una moto Harley Davidson. Infine numerosi rapporti bancari presso vari istituti di credito della provincia e rapporti assicurativi che sono in fase di quantificazione.

Da precisare che tali attività imprenditoriali continueranno con l'amministrazione giudiziaria sotto il diretto controllo del Tribunale di Bari. Per gli inquirenti l'immissione di denari derivanti da attività illecite «droga» il mercato e la concorrenza. Le misure di prevenzione, oltre a colpire direttamente il portafogli ed il patrimonio, mirano anche a restituire legalità e trasparenza.

ONOFRIO BRUNO

Nessun commento:

Posta un commento