sabato 26 novembre 2011

Ristoranti del lungomare, sequestrate le quote Iorio e Potenza

Chiesto rinvio a giudizio ex capo della Mobile, Pisani


NAPOLI - La Dia di Napoli su delega della Direzione Distrettuale Antimafia sta eseguendo due decreti di sequestro preventivo emessi dal gip, relativi a quote di noti ristoranti cittadini.


Le quote in sequestro sono relative ai ristoranti facenti capo alle famiglie Iorio e Potenza, parzialmente già colpite con i sequestri e gli arresti dello scorso 30 giugno. Operazione in cui sbucò come finanziatore della famiglia Iorio l'ex campione del mondo Fabio Cannavaro

Il valore delle quote sequestrate oggi è di oltre cinque milioni di euro e riguardano i ristoranti di Napoli, Pozzuoli, Torino e Genova per la parte che era sfuggita ai sequestri di giugno in quanto intestate fittiziamente a prestanome.

Gli esiti dell'inchiesta hanno portato la Procura di Napoli a chiedere il rinvio a giudizio per le 18 persone coinvolte nell'inchiesta su camorra, riciclaggio e ristorazione. Tra loro c'è l'excapo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, accusato di rivelazione di segreto, favoreggiamento, abuso d'ufficio e falso.

La richiesta riguarda, tra gli altri, anche i fratelli Marco, Massimiliano e Carmine Iorio nonchè l'ex contrabbandiere e usuraio Mario Potenza, iin casa del quale furono trovati diversi milioni di euro in contanti nascosti nei muri di casa, con i figli Bruno, Salvatore e Assunta.

Secondo i pm Sergio Amato ed Enrica Parascandolo, i Potenza avevano investito forti somme di denaro in una serie di locali pubblici molto noti di varie città italiane, soprattutto Napoli. Lo stesso aveva fatto l'ex capoclan Salvatore Lo Russo, oggi collaboratore di giustizia.

Secondo l'accusa, Vittorio Pisani, amico di Marco Iorio, sapeva che i Potenza erano soci degli Iorio, ma non era mai intervenuto per reprimere il reato e addirittura aveva rivelato all'amico l'esistenza dell'inchiesta, avviata dopo l'arrivo di un esposto anonimo, fornendogli anche suggerimenti su come modificare gli assetti societari e portare i soldi in Svizzera.

Nella richiesta di rinvio a giudizio sono state indicate come parti offese il Ministero dell'Interno, di cui Vittorio Pisani è un dirigente, e il Comune di

Napoli, per il danno che la vicenda ha arrecato all'immagine della città.
La data dell'udienza preliminare dovrebbe essere fissata a giorni.

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