sabato 17 dicembre 2011

Omicidio Grimaldi: pentito accusa Apice, killer di Bacioterracino


NAPOLI - Una nuova ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere dai carabinieri a Costanzo Apice, 30 anni, che sta scontando un ergastolo per l' omicidio di Mariano Bacioterracino , avvenuto l'11 maggio 2009 al Rione Sanità. Apice, affiliato al gruppo camorristico dei Sacco-Bocchetti, è accusato dell'omicidio di Carmine Grimaldi, capozona del clan Licciardi nel quartiere di San Pietro a Patierno, che fu ucciso in un agguato il 18 luglio 2007 da sicari giunti a bordo di un motociclo.


L'eliminazione di Grimaldi sarebbe stata decisa dai Sacco-Bocchetti, per mettere fine a contrasti interni al clan e sancire la separazione dagli alleati del clan Licciardi. Ad accusare Apice è stato uno spacciatore di droga di basso profilo, legato ai Grimaldi, che è divenuto collaboratore di giustizia. Costanzo Apice fu identificato dopo che la Procura di Napoli decise di diffondere tramite i mass-media le immagini riprese da una telecamera del sistema di videosorveglianza di un bar del Rione Sanità, che ripresero le fasi dell' omicidio di Bacioterracino.

Nella svolta sull'omicidio di Carmine Grimaldi sono state decisive le rivelazioni di Pasquale Serrazzi Castellano, che assistette all' agguato e ora, diventato collaboratore di giustizia, ha deciso di parlarne con gli inquirenti. Le sue dichiarazioni sono contenute nell' ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Paola Russo su richiesta del pm Enrica Parascandolo e del procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico.

Serrazzi Castellano era amico e complice della vittima nello spaccio di droga. «Ho un dolore dentro di me che non si toglie, la morte di Carmine Grimaldi a cui ho assistito personalmente - ha dichiarato a verbale il pentito - e voglio liberarmi di questo peso. Ho la foto stampata nella mente, è una scena che non potrò mai dimenticare. Ho visto chi ha sparato a Carmine Grimaldi, mi trovavo dietro di lui: è stato Costanzo Apice, ho visto lui sparare a Carmine».

Così Serrazzi Castellano ricostruisce l'omicidio: «Carmine era seduto sulla panchina ed io ero in piedi dietro di lui. All'improvviso, erano circa le 16-16.30, sopraggiunse ad andatura normale un motorino di colore nero con due giovani a bordo, proveniente dal vicolo che scende dalle palazzine o da via Caserta al Bravo. Il motorino si fermò davanti alla panchina ed io riconobbi subito il passeggero in Apice Costanzo. Il conducente invece era un ragazzo snello che non ho riconosciuto. Entrambi avevano un casco a scodella. Apice era vestito tutto di nero. Costanzo Apice disse solo «Carminiè», poi scese dal motorino e cominciò a sparare a Carmine Grimaldi. Carmine ha avuto il tempo di dire «oh!, oh!», sono le ultime parole che ho sentito, ha cercato di alzarsi ma poi Costanzo Apice si è avvicinato ancora di più a lui ed ha esploso altri colpi. Non so dire quanti, ma numerosi colpi».

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