lunedì 2 gennaio 2012

Botti, esplosione in appartamento a Roma un morto e 4 bimbi feriti

La vittima aveva precedenti per detenzione di esplosivi, la nipote è gravissima. Lo scoppio in un edificio di San Basilio

ROMA - I botti uccidono a Roma a capodanno. Un morto e quattro bimbi feriti è il bilancio di uno scoppio violentissimo avvenuto stanotte in un appartamento di via Gigliotti a San Basilio, periferia sudest della capitale. La vittima, Cristian Cataldi, 31 anni, aveva precedenti per detenzione d'esplosivi e droga. Giorni fa nello stesso edificio in cui è avvenuta la deflagrazione erano stati sequestrati 30 chili di fuochi.


Una bimba è grave. Fra i feriti, una bimba di 4 anni, la nipote della vittima. La piccola è ricoverata al Bambino Gesù in rianimazione in gravi condizioni: ha lesioni al volto e a un braccio. Oltre alla bimba risulterebbero in condizioni serie anche un bimbo di 12 anni, una 50enne e tre uomini rispettivamente di 47, 28 e 17 anni.

Lo scoppio è avvenuto intorno a mezzanotte e quaranta. A provocare l'esplosione è stato lo scoppio di alcuni petardi e botti utilizzati dalla vittima per festeggiare il capodanno. Cataldi avrebbe tentato di accenderne uno dall'interno dell'appartamento, affacciandosi poi all'esterno: il botto è esploso causando la deflagrazione a catena.

L'esplosione avvenuta sul balconcino che dà sulla strada e ha fatto tremare l'edificio di 6 piani di edilizia popolare. La caldaia sul balcone è stata divelta dal muro e probabilmente il gas ha amplificato l'effetto della deflagrazione. La balaustra in ferro del balcone appare deformata, il vano che si intravede da fuori è completamente annerito. Secondo i vigili del fuoco, al momento dello scoppio nell'appartamento al primo piano dell'edificio c'erano una ventina di persone riunite per festeggiare Capodanno.

L'esplosione ha creato diversi danni sia all'interno che all'esterno dell'abitazione. Nell'appartamento, in parte distrutto, i vetri sono esplosi e si sono deformate le inferriate del balcone. Alcuni oggetti sono finiti in strada fino a una decina di metri di distanza. In casa, dopo lo scoppio, si vedeva ancora la tavola apparecchiata per il cenone di capodanno.

Macchie e strisciate di sangue dappertutto, i segni di corpi feriti trascinati via. Guanti sanitari sui gradini delle scale, tra bottiglie e bicchieri di plastica, cicche di sigarette e brandelli di vestiti. Così si presentava stamani il pianerottolo al primo piano del palazzo di via Gigliotti.

«Ho sentito un botto pazzesco e sono sceso giù a vedere - racconta un uomo che abita al secondo piano -. Ho visto gente con le facce piene di sangue, che urlava, e c'erano quei bambin». «Qua sparano tutti, a Capodanno c'è una nebbia bianca - dice Walter, 50 anni -. Ogni volta c'è da aver paura». «Non mi sono mossa di casa perchè ero terrorizzata - racconta Antonella, che abita alla scala accanto a quella dove è avvenuto lo scoppio -. Questo è diventato un quartiere impossibile».

Un sequestro di botti alcuni giorni fa. Nello stesso edificio dove questa notte è avvenuta l'esplosione, la polizia aveva sequestrato alcuni giorni fa 30 chili di fuochi simili a quelli rinvenuti sul luogo della tragedia. Il sequestro, a carico di ignoti, era stato effettuato dagli agenti del commissariato di San Basilio all'interno del vano ascensore del palazzo.

L'uomo aveva precedenti per detenzione di esplosivi. Cataldi aveva alcuni precedenti, tra cui detenzione di materiale esplodente e droga. L'uomo era stato in passato anche agli arresti domiciliari.

Tensione in via Gigliotti. I parenti e gli amici della vittima hanno cercato di allontanare i giornalisti con minacce e insulti. «A me m'è morto un fratello e voi ci godete - urlava un giovane corpulento con il cappuccio della felpa calato - se non ve ne andate v'ammazzo». Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri e alcuni agenti di polizia hanno convinto le troupe televisive ad allontanarsi. Altri amici e parenti del trentunenne morto, che era un pregiudicato, hanno dato manforte al giovane che ha minacciato i cronisti.

Tentata aggressione a medici e infermieri del Pertini. Alcuni medici e infermieri dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma hanno subito la notte scorsa un tentativo di aggressione da parte dei familiari e amici di Cristian Cataldi. Lo rende noto il presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla Sanità Ignazio Marino, che oggi pomeriggio è andato al Pertini per informarsi sulle condizioni di alcuni feriti nell’incidente. «Voglio esprimere la mia solidarietà ai medici e agli infermieri che hanno subito un tentativo di aggressione quando hanno comunicato la notizia della morte dell’uomo - dice Marino -. La mia solidarietà va a tutto il personale sanitario che in Italia lavora per la nostra salute, spesso in condizioni difficili».

San Basilio. Il quartiere di San Basilio, alla periferia est di Roma, è considerato uno dei più difficili della Capitale, una delle zone dove è più attivo lo spaccio di droga. Nel corso del 2011 sono state numerose le operazioni delle forze dell'ordine nella zona con centinaia di arresti e perquisizioni.

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