lunedì 16 gennaio 2012

Giallo sul duplice omicidio di Roma, trovato impiccato uno dei ricercati

Il corpo dell'uomo, magrebino, rinvenuto vicino a un casolare in via di Boccea. I parenti di Joy: catturate l'altro assassino


ROMA - È stato trovato impiccato uno dei due ricercati per la rapina avvenuta a Roma due settimane fa finita nel sangue nella quale sono morti un cittadino cinese e la figlia di nove mesi. L'uomo, un maghrebino, è stato trovato impiccato ieri vicino a un casolare al chilometro 14 di via di Boccea. Si tratta del più giovane dei due killer, venti anni. Gli investigatori sono certi che si sia trattato di un suicidio. Il corpo è stato sottoposto ad accertamenti per verificarne l'identità.

Continua, intanto, la caccia all'altro assassino. La procura di Roma aveva emesso un decreto di fermo per i due magrebini e si era ipotizzato anche che i due potessero già essere all'estero anche se le ricerche in città non sono mai cessate. Vertice a piazzale Clodio con il reggente della Procura Giancarlo Capaldo, l'aggiunto Pierfilipo Laviani, il capo del nucleo investigativo dei carabinieri Lorenzo Sabatino.

Il magrebino trovato impiccato è il più giovane dei due killer. Venti anni, era il migliore amico dell'altro magrebino individuato dai carabinieri, 30 anni, precedenti per rapina.

Le tracce dei killer. Il Dna su una delle borse trovata in un rudere rifugio degli assassini, tracce di sangue sui soldi, i volti riprese da telecamere. Molti gli errori fatti dai due killer della piccola Joy e del suo papà Zhou, nella rapina finita in tragedia la sera del 4 gennaio in via Giovannoli, nel quartiere di Torpignattara. Poco dopo la rapina i carabinieri sono riusciti a tracciare l'identikit dei due uomini, magrebini, che sono stati traditi dalla fretta.

La sofferenza della famiglia di Joy. «Siamo sempre afflitti dal dolore e speriamo che ora catturino l'altro assassino, ma la notizia ci ha dato un certo sollievo» le prime parole della sorella di Zhou. Lia, la mamma di Joy, è tornata a casa due giorni fa: «Voglio giustizia» aveva detto esprimendo la volontà di far seppellire la figlia e il marito a Roma. «La mia piccola era romana» aveva detto Lia.

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