lunedì 16 gennaio 2012

Imprenditore antiracket denuncia sciopero della fame

Parla Ignazio Cutrò, di Bivona: "Ho scelto di denunciare la mafia e continuo a credere nelle istituzioni, ma ora sono esasperato: da lunedì inizierò lo sciopero della fame e della sete e lo porterò avanti fino a quando non sarò ricevuto dal ministro dell'Interno e fino a quando lo Stato non mi dirà se posso continuare a lavorare in Sicilia o se dovrò arrendermi alla burocrazia che, finora, è stata più forte della mafia"


PALERMO. "Ho scelto di denunciare la mafia e continuo a credere nelle istituzioni, ma ora sono esasperato: da lunedì inizierò lo sciopero della fame e della sete e lo porterò avanti fino a quando non sarò ricevuto dal ministro dell'Interno e fino a quando lo Stato non mi dirà se posso continuare a lavorare in Sicilia o se dovrò arrendermi alla burocrazia che, finora, è stata più forte della mafia". A parlare è Ignazio Cutrò, imprenditore edile di 44 anni di Bivona (Ag). Entro lunedi dovrà pagare una cartella esattoriale di 85.562,56 euro che gli è stata recapitata dall'agenzia Serit Sicilia, pena l'iscrizione di un'ipoteca sui suoi beni immobili. "E' una richiesta di pagamento relativa a cartelle che dovevano essere bloccate dalla sospensiva prefettizia - spiega Cutrò - ma la sospensiva è arrivata in ritardo, quando la cartella esattoriale era già stata inviata. Perché devo pagare io le conseguenze di questo ritardo? A novembre ho inviato una lettera al prefetto di Agrigento chiedendo un incontro, ma non ho avuto risposta. Per questo inizierò lo sciopero della fame e della sete. La mia non è una minaccia, ma un messaggio di esasperazione. Non mi sento un eroe, ho fatto oltre 28 denunce contro mafiosi ed estorsori, ho subito una trentina di intimidazioni, ma l'ho fatto per coscienza civile".

Cutrò racconta anche la sua vita "blindata" dopo la decisione di ribellarsi al racket: "Una parte dello Stato è con me, ed è costituita dagli angeli della scorta che mi proteggono tutti i giorni. Ma si sta mandando un messaggio pericoloso e distorto agli imprenditori, come se denunciare non fosse conveniente. Per questo mi appello anche a Confindustria". Dalla parte dell'imprenditore si sono subito schierati l'artista siciliano Roy Paci e un gruppo di associazioni che hanno costituito un comitato. "Bisogna incoraggiare le vittime del racket, non avvilirle - dice Gaetano Montalbano, blogger e attivista del comitato - per questo, chiediamo al presidente della Regione Sicilia e ai singoli assessori della Giunta regionale di governo, ai deputati regionali e al presidente dell'Ars un gesto di grande levatura morale: ciascuno di loro può devolvere 1000 euro del proprio stipendio per saldare il debito da pagare alla Serit". Anche il sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto, si è dichiarato pronto a sostenere l'imprenditore, con un impegno pubblico lanciato dalle pagine del suo sito, 'FiancoaFianco.it': "Credo che le istituzioni locali abbiano il dovere di sostenere Cutrò nel suo percorso imprenditoriale. Per questo sono pronto a portare in consiglio comunale la proposta di poter pagare la cartella esattoriale se questa potrà essere rateizzata".

L'imprenditore di Bivona ha incontrato nei giorni scorsi alcuni vertici dell'agenzia "mi hanno assicurato che la rateizzazione è possibile - dice - mi fa piacere che il primo cittadino di Bivona voglia dare l'esempio, ma non c'é più tempo, se vuole mantenere la sua promessa deve convocare subito una seduta straordinaria del consiglio comunale. Sono stanco delle passerelle politiche, è ora che la politica dia risposte serie agli imprenditori che scelgono di contrastare la mafia. E' possibile che la burocrazia sia più forte della mafia?".

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