martedì 10 gennaio 2012

La Lega adesso dice sì all’arresto di Cosentino

L’ex ministro dell’Interno: “Non c’è persecuzione”
E Berlusconi ad Arcore prova a convincere Bossi

Roma
Pollice verso. La Lega ha deciso per l’arresto di Nicola Cosentino, il parlamentare ex sottosegretario e coordinatore regionale del Pdl in Campania, accusato di riciclaggio, falso, corruzione, violazione delle norme bancarie con l’aggravante di aver voluto favorire il clan dei Casalesi. E, dunque, se le indicazioni di voto saranno rispettate, oggi la Giunta per le autorizzazioni e giovedì l’Aula di Montecitorio daranno il via libera all’arresto in carcere di Nicola Cosentino.

L’annuncio dell’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, naturalmente ha suscitato una raffica di dichiarazioni, vere e proprie implorazioni da parte del Pdl. Ieri sera, secondo fonti parlamentari, Silvio Berlusconi ha ricevuto ad Arcore Umberto Bossi nella speranza di fargli cambiare idea sul voto a favore dell’arresto di Cosentino.

Va detto che l’annuncio di Maroni è arrivato al termine di una riunione dello stato maggiore del Carroccio, in via Bellerio: «Non c’è fumus persecutionis, i nostri voteranno per l’arresto di Cosentino». Da Pionati ai parlamentari campani del Pdl, da Paolo Romani a Maurizio Gasparri sono partiti inviti alla Lega a ritornare sui propri passi. L’ex ministro Romani commenta: «La decisione della Lega è una nuova rottura della vecchia maggioranza. Mi sembra singolare che un partito decida che un signore deve andare in carcere. Mi auguro che ciascun deputato decida singolarmente. Non mi piacciono le lapidazioni in piazza».

Pierluigi Mantini a nome del Terzo Polo ha riconfermato il voto a favore dell’arresto, «anche alla luce dei nuovi atti, delle motivazioni del Riesame di Napoli», idem Pd e Idv. Se i numeri verranno rispettati, dunque, sia la Giunta che l’Aula dovrebbero votare a favore dell’arresto, anche se non è escluso che diversi parlamentari votino diversamente dalle indicazioni dei propri partiti.

Dunque, la decisione della Camera arriva a poche ore dall’invio a Montecitorio delle motivazioni del Tribunale del Riesame di Napoli (presidente del collegio Nicola Quatrano) che confermano l’impianto accusatorio.

Se per la contestazione del concorso in associazione camorrista, la Camera ha negato l’arresto, adesso Nicola Cosentino dovrebbe essere recluso a Poggioreale per aver favorito i casalesi nella realizzazione di un centro commerciale, «Il Principe», a Gomorra. Scrive il Riesame: «Il collegio ritiene che sia dimostrato con ragionevole certezza che la realizzazione del centro commerciale fosse finalizzato ad agevolare gli interessi del clan camorristico dei casalesi».

Secondo i giudici del Riesame di Napoli, «la piena consapevolezza da parte dell’onorevole Cosentino di tale circostanza, è dimostrata dalla conoscenza approfondita dei soggetti coinvolti - conoscenza ammessa dallo stesso onorevole Cosentino nel corso del suo interrogatorio - tutti legati, direttamente o indirettamente, al clan dei Casalesi, nonché nella sua stessa attitudine a favorire gli interessi del clan che lo sosteneva elettoralmente».

In particolare, la Procura di Napoli ritiene di aver documentato l’intervento di Cosentino per sponsorizzare a funzionari di Unicredit il finanziamento della costruzione del centro commerciale. Un finanziamento di 5,5 milioni di euro.

L’affare del «Principe» complessivamente era di 40 milioni di euro. Il centro commerciale, però, non è mai decollato, anche per le inchieste dell’Antimafia.

GUIDO RUOTOLO

Nessun commento:

Posta un commento