martedì 24 gennaio 2012

Lecce, torna ubriaco e uccide il figlio col coltello da cucina

GUAGNANO - Un fendente al costato e l’ennesima lite in famiglia si trasforma in tragedia. E un padre diventa assassino. Giovanni Caretto, di 33 anni, è morto in un lago di sangue sul pavimento della stanza da letto. Il padre, Enzo, di 70 anni, forse ancora annebbiato dall’alcol di cui era spesso schiavo, si è ritirato in cucina e lì lo hanno arresttato i carabinieri del paese.

La lite, l’ennesima, in una famiglia provata oltremodo dalla vita, sì è consumata nella tarda serata in un modesto appartamento delle case popolari di via Carlo Alberto Dalla Chiesa, una traversa della strada per San Pancrazio Salentino.

Stando alle prime informazioni raccolte, il teatro della tragedia sarebbe stata la camera da letto. Enzo Caretto, ex operaio dell’allora Fiat Hitaci stava litigando ad alta voce con la moglie, pensionata disabile. Il figlio Enzo, dipendente della multisala di Surbo, che dormiva nella stanza accanto, è intervenuto per riportare la calma. Ma il padre, travolto dall’ira, lo ha colpito poco sotto l’ascella. Un colpo solo, violentissimo, che dovrebbe aver perforato il polmone. La morte, per dissanguamento, è giunta nel volgere di pochi istanti.

Una scena terrificante. La madre Anna Martena , di 68 anni, ha immediatamente informato i carabinieri del paese che, agli ordini del maresciallo Matteo De Luca sono immediatamente giunti sul posto. Enzo Caretto è stato bloccato e trasferito a bordo di un’auto di servizio, che più tardi lo ha condotto all’ospedale di Copertino. Lì il pensionato è stato sottoposto ad alcuni accertamenti per stabilirne le condizioni fisiche e mentali.

Nel frattempo, nell’abitazione sono confluiti gli specialisti dell’Arma e gli ufficiali: il maggiore Saverio Lombardi, il capitano Simone Puglisi e il tenente Giovanni Carlo Porta. Più tardi è intervenuto anche il medico legale.

Sotto choc, manco a dirlo, Anna Martena e la figlia, invalida civile, che vive in famiglia.

Una famiglia, provata, si diceva, seguita dai Servizi sociali del Comune, in cui le liti erano all’ordine del giorno.

Linda Cappello

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