giovedì 16 febbraio 2012

Lui perde a poker lei lo insegue per accoltellarlo


BARI - All’improvviso due voci sguaiate che si sovrappongono, minacce di morte urlate al vento ed una raffica di imprecazioni irripetibili. Da un angolo della strada sbuca di corsa un uomo trafelato, con il terrore in volto e, subito dopo, una donna armata di coltello che giura di fargliela pagare, se solo riuscirà a raggiungerlo.

 E’ mezzogiorno nel quartiere Libertà, a qualche isolato dal palazzo di giustizia di via Nazariantz e dal cimitero, quando va in scena l’atto finale di una tragedia domestica. Lui è un giocatore incallito sulla cinquantina e lei è la compagna e convivente, esasperata e stanca di assecondare l’insaziabile brama di soldi del suo uomo. Stavolta pare che lui l’abbia fatta troppo grossa: la donna lo accusa di averle rubato una bella somma di denaro per correre a bruciarsela al locale dove si tenta la fortuna al poker e spesso ci si indebita.

La scena si è consumata l’altro ieri tra via Paoli e via Curzio sotto gli occhi sbigottiti dei passanti. I più determinati si sono precipitati verso la donna e, con non poca fatica, sono riusciti a disarmarla, mentre il fuggitivo si era nel frattempo assicurato di aver messo un’adeguata distanza di sicurezza tra lui e la sua inseguitrice. Ieri mattina, tornata la calma, tutti chiacchieravano dell’accaduto nella zona. Molti raccontano, di questa e di altre storie, ma ovviamente nomi e testimonianze sono rigorosamente anonimi. Qui in pochi isolati sono sbucati come funghi bar, ricevitorie, sale scommesse e circoli ricreativi dov’è possibile giocare alla slot machine, al poker elettronico e, per chi sa dove bussare, pare anche al tavolo verde. Ovviamente con i soldi.

E in tanti non riescono più ad uscirne. Le storie della dipendenza dalle carte, vere virtuali che esse siano, sono racconti di vita quotidiana. Basta fare domande alle persone giuste per sapere che nel circondario ci sono locali sempre frequentati, di giorno e di sera. Ed in effetti in mattinata è un via vai continuo nel circolo privato e nei locali aperti al pubblico. Dalla parrocchia del rione, dove abitualmente offrono i pasti ai bisognosi e raccolgono beni di prima necessità, passano anche i nuovi poveri, gli schiavi del gioco a pagamento.

Raccontano di una donna di mezza età che si trascina da una macchinetta all’altra. Molti conoscono la sua sofferenza, ma lei non si lascia aiutare da nessuno. Il vizio della scommessa l’ha ridotta ormai quasi sul lastrico e si è talmente estraniata dalla vita sociale che sostiene di aver sviluppato poteri paranormali. «Dice che riesce a vedere dentro ai cuori delle altre persone» racconta un suo conoscente senza nascondere tutta la sua diffidenza verso il gioco d’azzardo e le sue conseguenze. Nei locali dove si scommette, del resto, non mancano mai i clienti. L’ultimo punto scommesse ha aperto di recente in via Brigata Bari, ma ce n’è un altro più grande e attrezzato in corso della Carboneria. Dentro si possono trovare i ragazzi delle scuole come i padri di famiglia, garbati signori in giacca e cravatta patiti di corse di cavalli e i fanatici, più popolani, del pallone.

Sui tabelloni scorrono i risultati dei campionati europei, i tornei internazionali, gli sport minori c’è sempre qualcuno che si intrattiene alle macchinette. Di donne stravolte che inseguono il convivente, prima d’ora, non ce n’erano mai state, soprattutto con un coltello tra le mani e, forse, per molti l’ac - caduto è suonato come un campanello d’al - larme. Dei protagonisti di quel siparietto fuoriprogramma dicono che il fuggitivo non è ancora rientrato a casa. Forse non basterà un mazzo di fiori. [l. b.]

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