martedì 3 aprile 2012

Casalesi, mamma uccisa nel supermarket davanti alla figlia: 4 ordinanze della Dda


CASERTA - Ci sono anche i boss dei Casalesi Francesco Bidognetti e Francesco Schiavone, cugino di «Sandokan», tra i quattro destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura Antimafia partenopea, per omicidio aggravato dal metodo mafioso, nei confronti di mandanti ed esecutori materiali dell'assassinio di una donna avvenuto a Castel Volturno venti anni fa.

Gli agenti della Squadra Mobile di Caserta e del commissariato di Castel Volturno stanno eseguendo i provvedimenti frutto di indagini della DDA di Napoli sull'assassinio della donna, uccisa in un supermarket con due colpi di pistola alla testa, sotto gli occhi della figlioletta di tre anni. Nell'omicidio di Carolina Maresca, assassinata il 4 luglio del 1992 in un supermarket sono coinvolte otto persone tra mandanti, esecutori materiali e basisti.

Secondo quanto emerge dalle indagini degli agenti del Commissariato di Castel Volturno, guidato dal vice questore aggiunto Davide della Cioppa, la donna era legata al nipote del boss Luigi Venosa che nel clan dei Casalesi si contrapponeva alla fazione guidata da Bidognetti e Schiavone. A commissionare l'assassinio - nell'ambito di questa faida interna che vedeva contrapposti Bidognetti e Schiavone al gruppo De Falco-Quadrano-Venosa - furono proprio i boss Francesco Bidognetti, soprannominato «cicciotto 'e mezzanotte» e Francesco Schiavone, soprannominato «cicciariello», omonimo del cugino capoclan soprannominato «Sandokan».

Esecutori materiali dell'efferato omicidio furono Domenico Bidognetti, nipote di Francesco, Pasquale Vargas, Francesco Cantone e Valentino Pellegrino, poi deceduto.

A Giuseppe dell'Aversano fu assegnato il compito di segnalare la presenza di Carolina Maresca mentre Enrico Verde si occupò di garantire la fuga agli esecutori materiali dell'efferato delitto. Enrico Verde, Domenico Bidognetti e Francesco Cantone sono collaboratori di giustizia.

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