martedì 1 maggio 2012

«Stato peggio della mafia»: bufera su Grillo


MILANO - Quella di Beppe Grillo sembra veramente una clamorosa scivolata. Dire che la «mafia non ha mai strangolato i suoi clienti limitandosi a prendere il pizzo» a Palermo e per giunta nell'anniversario della morte di Pio La Torre ha scatenato una selva di polemiche anche tra i potenziali elettori del «Movimento 5 stelle» che in Sicilia scenderà in campo anche alle prossime amministrative del 6 e 7 maggio. Profondamente indignata Pina Maisano, vedova dell'imprenditore Libero Grassi che pagò con la vita il suo rifiuto di piegarsi al racket del «pizzo». «Grillo -afferma- forse dimentica che la mafia ha anche ucciso le persone che il pizzo non hanno voluto pagarlo». «La politica è la cura della Polis, la difesa dell'interesse dei cittadini è qualcosa di nobile. Se la mafia uccide le persone - aggiunge la Maisano - la corruzione e la cattiva politica uccidono il Paese. Io personalmente non ho ricette, ma quello di Grillo mi sembra davvero un modo di fare politica pressappochista e superficiale».

LE DICHIARAZIONI - Le dichiarazioni di Grillo sono arrivate in occasione della presentazione del candidato sindaco del movimento 5 stelle a Palermo, Riccardo Nuti. Il comico genovese ha parlato della crisi economica, della delegittimazione dei partiti e poi la battuta risultata quantomeno infelice: «La mafia non ha mai strangolato i suoi clienti - ha detto - si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un'altra mafia che strangola la sua vittima».

LA REAZIONE DEI PARTITI - «Sono rimasto scosso e allibito dalle parole di Grillo, gli avevo già sentito sdoganare gli evasori fiscali criticando la guardia di finanza perchè fa i blitz. Ma si fa veramente fatica a sentir dire che la mafia non strangola, glielo vada a dire a Maria Lanzetta che abita con i figli sopra la farmacia che le hanno bruciato» attacca il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. E poi l'invito: «vada a ripetere una cosa del genere davanti alla lapide di Pio La Torre o davanti a tutti quegli amministratori che nel Mezzogiorno sono sotto la minaccia della mafia e della camorra». Durissima la reazione del vice coordinatore del Fli Fabio Granata. «Le parole vergognose pronunciate da Grillo suonano inaccettabili nel giorno della memoria di Pio La Torre» scrive sul suo blog. «E siccome Grillo non è per niente stupido -prosegue- il suo messaggio è ancora più inquietante e assume il profilo di una pericolosissima manovra elettorale verso determinati ambienti. La mafia cerca sempre contenitori sui quali contarsi e pesare e in una fase di transizione come questa, parole di comprensione e di sostanziale legittimazione verso Cosa Nostra sono inquietanti e pericolose».

SDEGNO DEI PARENTI DELLE VITTIME - «Grillo parla come un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti prima di lui li hanno gia utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti. E come l'ultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni». attacca Claudio Fava della Segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà e figlio di Pippo Fava, il giornalista ucciso dalla mafia. «Le parole di Beppe Grillo sono un'offesa nei confronti di tutti i familiari delle vittime di Cosa Nostra - afferma Angela Ogliastro, sorella di Serafino Ogliastro, un ex poliziotto ucciso dalla cosca di Brancaccio nel '91 - sono un insulto al lavoro svolto in questi anni dai magistrati e dalle forze dell'ordine. Come si permette Grillo a fare l'elogio della mafia in una città che gronda sangue di vittime innocenti?»

CRITICO ANCHE FIORELLO - Lo attacca anche Fiorello che nella sua quotidiana rassegna stampa ha citato l'articolo che riportava le dichiarazioni di Grillo. «Se dice certe cose -afferma Fiorello- vuol dire che non conosce nulla di mafia. Ammettilo Grillo hai detto una c....»


GRILLO REPLICA - «Mafioso mi mancava. Avanti, sparate le ultime cartucce». Così Beppe Grillo dalle pagine del suo blog replica a chi lo ha criticato per le sue affermazioni. Quindi spiega che «la mafia ha tutto l'interesse a mantenere in vita le sue vittime. Le sfrutta, le umilia, le spreme, ma le uccide solo se è necessario per ribadire il suo dominio nel territorio. Senza vittime, senza pizzo e senza corruzione come farebbe infatti a prosperare?». Invece, prosegue, «la finanza internazionale non si fa di questi problemi. Le sue vittime, gli Stati, possono deperire e anche morire. Gli imprenditori possono suicidarsi come in Grecia e in Italia. Spolpato uno Stato si spostano nel successivo. Questo è il senso delle mie parole di ieri a Palermo. Honi soit qui mal y pense».

Alfio Sciacca

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