lunedì 25 giugno 2012

Afghanistan, muore un carabiniere

«Trovati resti di un razzo da 107mm»

L'attacco in un campo d'addestramento. Due feriti. La vittima lascia la moglie e un bimbo di 8 mesi. Il cordoglio delle istituzioni

Manuele Braj aveva 30 anni
ROMA - Un carabiniere è morto e altri due sono rimasti feriti alle gambe in seguito a un'esplosione avvenuta stamani in un campo addestrativo della polizia afghana, ad Adraskan. L'attentato è avvenuto alle 8.50 locali (le 6.20 in Italia) in prossimità di una garitta di osservazione installata a ridosso della linea di tiro del poligono. L'esplosione è stata provocata da un razzo controcarro Rpg sparato dall'esterno, da notevole distanza, che ha centrato la garitta di osservazione dove si trovavano i carabinieri, tutti appartenenti al Pstt (Police Speciality Training Team), uno speciale nucleo addestrativo della polizia afghana. Uno è morto sul colpo, altri due sono rimasti feriti dalle schegge, mentre un quarto è rimasto illeso. Per la tragedia che ha colpito i nostri militari hanno espresso solidarietà e cordoglio esponenti di tutto il mondo politico, da Napolitano a Monti al ministro Cancellieri e molti altri ancora.

«Diversi pezzi e frammenti» di un razzo da 107 millimetri sono stati rinvenuti dagli artificieri italiani ed americani che hanno quasi concluso gli accertamenti sull'esplosione. Razzi di questo tipo sono frequentemente usati in attacchi a basi e postazioni dalla coalizione internazionale e dalle forze di sicurezza afgane. Solo tre giorni fa, secondo quanto è stato possibile apprendere, un attacco con un razzo da 107 millimetri era stato compiuto nei confronti della base italiana di Shindand, senza provocare alcun danno, mentre il 19 giugno un altro razzo dello stesso tipo aveva sorvolato la stessa base di Adraskan, anche in quel caso senza conseguenze.

Il militare ucciso è il carabiniere scelto Manuele Braj, 30enne di Galatina (Lecce), effettivo presso il 13° Reggimento "Friuli-Venezia Giulia". Lascia la moglie, 28enne, e il figlio di otto mesi. Braj era alla sua quinta missione di "Peacekeeping" all'estero. Era in Afghanistan dal 7 maggio scorso. In precedenza era stato in Albania, per due volte in Bosnia-Erzegovina e una volta in Iraq. Sia i genitori di Braj - padre operaio in un caseificio del paese, madre casalinga - sia i familiari della moglie del militare morto risiedono a Collepasso, piccolo centro di poco più di 6.000 abitanti a 30 chilometri da Lecce.

I militari feriti. I due militari feriti hanno riportato lesioni alle gambe e sono stati ricoverati nell'ospedale militare da campo americano di Shindand: non rischiano la vita. Sono il maresciallo capo Dario Cristinelli, 37 anni, di Lovere (Bergamo) e il carabiniere scelto Emilano Asta, 29, di Alcamo (Trapani), effettivi alla seconda Brigata mobile di Livorno e al 7° Reggimento "Trentino Alto
Adige.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia, ha inviato alla moglie e al figlio un messaggio in cui, nel farsi interprete del cordoglio del Paese, esprime i sentimenti della sua affettuosa vicinanza e della più sincera partecipazione al loro grande dolore. Lo si legge in una nota del Quirinale.

Il presidente del Consiglio Mario Monti ha espresso ai familiari del militare caduto il suo «più profondo e sincero cordoglio». «Il mio pensiero -ha detto Monti- va alla famiglia di Braj e all'Arma dei carabinieri, impegnata nell'importante missione di addestramento delle forze di polizia afghane. Voglio augurare una pronta guarigione ai due carabinieri rimasti feriti nell'attentato».

Di Paola. «Manuele è stato colpito in modo vigliacco. Stava addestrando le truppe afgane contro il terrorismo. Questo era il suo lavoro, la sua missione: permettere a quel Paese di difendersi da solo. Ed il terrorismo lo ha ucciso, proprio per impedire la nascita di un Afghanistan libero e democratico». Sono le parole del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola che, in una nota, ha espresso «le proprie condoglianze alla famiglia del Carabiniere Manuele Braj per la scomparsa del loro caro in Afghanistan».

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