giovedì 28 giugno 2012

Droga in uffici Mediaset e affari con le 'ndrine

22 arresti in Lombardia: importavano pure armi

A novembre erano stati arrestati tre dipendenti dell'azienda televisiva per l'attività di spaccio, ora è stata sradicata l'organizzazione con la quale si relazionavano. Dalle intercettazioni emergono affari con la 'ndrangheta. Un trafficante diceva: «I calabresi sono gente particolare»


MILANO – C'era la rete della 'ndrangheta che si intrecciava con l'organizzazione che portava la droga fin negli uffici Mediaset di Cologno Monzese. A novembre tre dipendenti dell'azienda erano stati arrestati con l'accusa di spaccio di droga, nell'ambito di un'inchiesta nella quale i vertici Mediaset sono considerati parte lesa. Ora è stata sradicata l'organizzazione alla quale i tre si rivolgevano. Importavano cocaina e hashish da Olanda, Ecuador, Marocco e Spagna per "piazzarl" sul mercato italiano, fabbricavano e vendevano «armi da guerra». Quella sgominata dal nucleo investigativo dei carabinieri di Milano - 22 arresti in mattinata tra il capoluogo lombardo, Bergamo e Varese – era una struttura ben radicata, su cui si sono concentrate, dalla fine del 2008, le indagini cooordinate dal sostituto procuratore, Antonio Sangermano. Gli arrestati, italiani e stranieri, sono accusati – spiega una nota – di «associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina e hashish e alla fabbricazione, detenzione e commercializzazione di armi comuni da sparo e da guerra, nonchè ricettazione e porto illegale di armi».
Novanta gli arrestati dall’inizio dell’attività investigativa, 150 denunciati. Sequestrate ingenti quantità di cocaina, hashish, armi e munizioni, 300mila euro in contanti circa, depositi bancari ed autovetture. Nelle intercettazioni, uno dei trafficanti faceva riferimento agli affari con gli uomini della 'ndrangheta: «Tu devi capire che i calabresi sono gente particolare. Loro ti dicono... "voglio pagarla a 36 e 5 per dire"... se tu gli fai 36 e 51, un centesimo... ti dice.... "no, non la voglio"... perché c’è quel centesimo in più».

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