giovedì 7 giugno 2012

Sulla rotta della cocaina dal Sud America Gioia Tauro

 In diciotto mesi sequestrati nel porto 1.082 chili

L'ultima maxi operazione è stata portata a termine dalla Guardia di finanza. Il carico era destinato ufficialmente ad aziende del nord Italia. I 267 panetti erano celati in alcuni borsoni tra scarti di alluminio, prodotti alimentari e legumi. La conferma che la tratta dello stupefacente si muove dal Sud America ed arriva in Calabria


GIOIA TAURO - In appena diciotto mesi nel porto di Gioia Tauro sono stati sequestrati 1.082 chili di cocaina. Un quantitativo incredibile che dimostra, qualora ve ne fosse il bisogno, quanto la rotta della droga tra il Sud America e l'Europa passi proprio dal porto calabrese. Complessivamente, dall’inizio dell’anno, nel porto di Gioia Tauro sono stati sequestrati 673,24 kg di cocaina che si aggiungono ai 1.082 chili di cocaina sequestrati nel 2011.
In questo bilancio si inserisce il nuovo sequestro effettuato dalla Guardia di finanza. Circa 300 chili di cocaina pura sono stati sequestrati in collaborazione con l’agenzia delle dogane, nel porto di Gioia Tauro. La droga era nascosta in tre container partiti dal Sud America a bordo del mercantile Msc Poh Lin, che dopo il transito dallo scalo calabrese erano diretti al nord. Secondo gli investigatori, una volta messa sul mercato, la cocaina avrebbe fruttato complessivamente 60 milioni di euro.
La cocaina, divisa in 267 panetti, era occultata in nove borsoni neri nascosti nei tre container, tra scarti di alluminio, prodotti alimentari e legumi, partiti da diverse località del Sud America. Ad insospettire gli investigatori è stata la comparazione tra la documentazione doganale e le caratteristiche fisiche del carico, destinato ad aziende del nord Italia non direttamente operanti nei relativi settori. L’operazione, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria in coordinamento con la Procura di Palmi, è stata condotta dai finanzieri del Goa del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria, da quelli del Gruppo di Gioia Tauro e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio centrale antifrode e Svad di Gioia Tauro, in collaborazione con la Direzione centrale servizi antidroga. L’operazione si inquadra nell’ambito di una più vasta attività di polizia giudiziaria ed è stata portata a termine dopo una serie di incroci documentali e controlli su numerosi container in transito nel porto di Gioia Tauro, anche con apparecchiature scanner in uso alla Dogana. Le indagini della guardia di finanza puntano adesso ad individuare i responsabili del traffico internazionale di stupefacenti e sono condotte dalla Dda reggina e dalla Procura di Palmi, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Michele Prestipino e del pm Alessandra Cerreti.

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