sabato 4 agosto 2012

Lecce, operaio freddato in piazza Palio Racket dei concerti?


Procuratore Motta, si torna a sparare in città. Un omicidio così a Lecce non si vedeva da anni. Quale lettura si può dare? «Si torna a sparare, certo. Ma bisogna vedere se siamo nello stesso settore operativo di qualche anno fa, quando c’era la stagione degli omicidi di mafia. Questo può essere un regolamento di conti. Ma può essere qualsiasi cosa. Vedremo. È ancora presto».
Le modalità sono inquitentati: l’assassino ha sparato benché ci fosse tanta gente e in pieno giorno. «Tutti gli omicidi sono inquietanti. È vero l’assassino ha sparato senza curarsi della presenza di tanta gente, ma non sarà riconosciuto da nessuno perché indossava un casco che gli copriva il volto».
Lei parlava di un possibile regolamento di conti. In quale ambito si può collocare? La vittima, del resto, risulta essere quasi incensurata. «È troppo presto per delineare un possibile contesto nel quale possa essere maturato l’omicidio. Di certo sappiamo che il giovane, quando era ancora minorenne, aveva avuto un processo per l’incendio della lavanderia di Surbo che non sappiamo come si è concluso. Poi ha avuto una segnalazione per il consumo personale di stupefacenti, ma quella non ha alcuna importanza».

Restiamo sulle modalità dell’omicidio. Chi ha sparato sembra quasi che abbia voluto segnare il territorio. Un’esecuzione spietata ma plateale con la vittima uccise sul luogo di lavoro. Potrebbe avere a che fare con il racket legato ai concerti, agli eventi, alle manifestazioni e a tutto ciò che gira intorno, compreso l’allestimento dei palchi e dei ponteggi? «Al momento sembrerebbe di no. Anche se tutti abbiamo pensato a questa ipotesi perché la vittima stava facendo questo lavoro. Non c’è alcuna indicazione, ma stiamo approfondendo questo aspetto»
E allora? Il paese di provenienza della vittima, Surbo, potrebbe suggerire un’ipotesi? «Surbo, da un po’ di tempo, è una realtà piuttosto tranquilla. Dei capi storici (la famiglia Vincenti) i sopravvissuti sono passati nelle fila dei collaboratori di giustizia. Sostanzialmente è una realtà che non ci dà preoccupazioni».

L’unica certezza, dunque, è che l’obiettivo del killer era Valentino Spalluto. «Sì. Questo è certo. Ora dobbiamo trovare il movente ed individuare a quale vicenda è collegato l’omicidio».

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