lunedì 1 ottobre 2012

Due arresti a Torino per l'agguato in cui è stato ucciso un calabrese

Si tratta di due uomini di 32 e 42 anni. Ritrovata anche l'Alfa Romeo usata per compiere il delitto. Decisivo il racconto di un testimone oculare e degli abitanti della zona che hanno aiutato a individuare la vettura. Domenico Galea aveva 64 anni e proveniva da Siderno



TORINO - Sono stati arrestati i due presunti assassini di Domenico Galea, 64 anni, di Siderno (Reggio Calabria), il pregiudicato ucciso a colpi di pistola sabato sera a Torino. I carabinieri del Comando Provinciale di Torino hanno arrestato due italiani, di 32 e 42 anni, con l’accusa di omicidio. Il delitto è avvenuta in strada attorno alle 21.30.È stata ritrovata l’auto, un’Alfa Romeo Mito di colore grigio, utilizzata per compiere l’omicidio.
Galea è stato vittima di un’esecuzione con due colpi di pistola alla testa sparati da vicino. Era noto per reati relativi allo spaccio di stupefacenti. Non appena sceso dall’auto, in via Alagna, dove abitava con la moglie che lo aspettava a casa, è stato affiancato da un’Alfa Mito grigia con due persone a bordo. Il passeggero ha aperto la portiera, è balzato fuori e da pochi metri gli ha scaricato addosso cinque colpi con una pistola semiautomatica calibro 9. Solo due – ha stabilito poi il medico legale – sono andati a segno, alla testa. Galea è stramazzato in una pozza di sangue tra un cassonetto della spazzatura e una vettura parcheggiata ai bordi della strada. Poi il killer è risalito sulla Mito che è ripartita sgommando e facendo perdere le tracce.
Le indagini si sono subito indirizzate verso l’individuazione delle persone che avevano rapporti con lui, mentre sul commando che gli ha sparato restano aperte le ipotesi che possano essere state le persone con cui aveva avuto dissidi o anche sicari inviati da queste ultime. I carabinieri hanno scandagliato la vita di Galea e sono arrivati a una rosa di persone che stanno cercando, al momento soltanto per interrogarle. Non vi è ancora alcun ricercato, nè persone sospettate.
Nel corso della notte tra sabato e domenica, invece, è stato sentito il solo testimone del delitto; l’uomo ha chiamato il 112 con il telefonino mentre assisteva alla scena. La dinamica dell’assassinio, così, è stata ricostruita completamente. Il numero di targa dell'Alfa Romeo è stato invece ricostruito sentendo i residenti nella zona e visionando i filmati degli impianti di sorveglianza dislocati nei paraggi.

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